Aventino, nel senso di isolamento e rifiuto, è tornato di attualità nelle ultime settimane con la rinuncia del Pd di partecipare alle votazioni per il Cda della Rai.
Non è un termine di buon auspicio. Aventino, da oltre duemila anni, vuole dire isolamento e sconfitta.
Esattamente cent’anni fa, rievoca Wikipedia, si chiamò Aventino, con un richiamo alla storia romana, la secessione parlamentare che i deputati antifascisti attuarono dopo il rapimento di Giacomo Matteotti, ucciso da fascisti poco dopo aver denunciato alla Camera i brogli elettorali e le violenze delle squadre d’azione fasciste.
I deputati, il 27 giugno del 1924, riuniti in una sala di Montecitorio, decisero di abbandonare i lavori del parlamento e si rifiutarono di entrare in aula, fino a quando non fosse stata abolita la milizia fascista e ripristinata l’autorità della legge.
20 anni sull’Aventino
Dovettero aspettare 20 anni e la tragedia di una guerra con milioni di morti.
Nella storia romana resta scolpita la secessione dei plebei che, sopraffatti da angherie e prepotenze dei nobili, rifiutarono di continuare a lavorare. Fu il primo sciopero della storia.
Finì quando il console Menenio Agrippa, col suo noto apologo che insegnano fin dalle scuole elementari, indusse i plebei a recedere.
Agrippa spiegò l’ordinamento sociale romano con una metafora, paragonandolo a un corpo umano: infatti, come in tutti gli insiemi costituiti da parti connesse tra loro, così anche nell’organismo dell’uomo, se ciascuna parte collabora con le altre, sopravvive, se invece le parti discordano tra loro, tutte periscono. Così, se effettivamente le braccia (il popolo) si rifiutassero di lavorare, lo stomaco (il senato) non riceverebbe cibo. Ma qualora lo stomaco non ricevesse cibo, non potrebbe poi redistribuirlo in piccole frazioni a tutto il resto dell’organismo: cosicché l’intero corpo, braccia comprese, deperirebbe per mancanza di nutrimento.
Era il 494 avanti Cristo
Ma l’Aventino vanta una collocazione ancora più antica nella storia.
Il colle che sovrasta il Tevere all’ingresso di Roma da sud-ovest fu in origine il primo ad essere abitato nella preistoria. Era il più vasto, con accesso diretto al fiume sulla grande via commerciale dal mare e dal sud verso Etruria e Sabina.
Lo abitava una popolazione antica e forse meno evoluta, nota come Liguri. Ma questa è un’altra storia.
Resta il fatto che i romani, miscuglio di latini, etruschi e sabini, se ne impossessarono disperdendo il popolo ligure che occupava l’Aventino e cancellandone il ricordo.
Due francesi dell’800, Henri D’Arbois  de  Juhainville e Alfred Merlin, scrissero dei liguri come la più antica popolazione europea e come originari abitanti dell’Aventino ma vennero sopraffatti e obliterati.
I francesi non potevano e non possono accettare di discendere da un popolo di sconfitti: loro sono galli, anche se i galli furono sterminati da Giulio Cesare ed erano rimasti solo i discendenti dei liguri.