Balneari, Gasparri: utilizzare chilometri di coste. Bene tavolo tecnico per mappatura

Esistono chilometri di coste da utilizzare, dice il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e sottolinea così l’abbondanza di spiagge italiane.

Ed’ proprio questa abbondanza  che potrebbe esentare l’Italia dalle gare per le concessioni balneari.

La sentenza della Corte Europea del 20 aprile sulle concessioni di occupazione delle spiagge italiane infatti dice che se la risorsa- quindi spiagge e coste- non è scarsa si possono evitare le gare. 

Il vicepresidente del Senato Gasparri si batte da anni per la tutela delle imprese balneari italiane. Accoglie perciò con entusiasmo il tavolo tecnico consultivo sulle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, e quindi anche per la mappatura delle spiagge che aveva ampiamente caldeggiato e sollecitato

“Sulla questione balneari non c’è alcun dubbio sui prossimi passi da fare” dice Gasparri che continua:

“Il tavolo istituito presso la Presidenza del Consiglio sancirà, una volta per tutte e come diciamo da tempo, che in Italia è possibile fare questa impresa,

Esistono infatti chilometri di coste non utilizzate sulle quali sarà possibile creare nuovi stabilimenti senza deturpare nulla ma, anzi, valorizzando zone di coste in alcuni casi abbandonate.”

Balneari, Gasparri: il tavolo tecnico con la mappatura dimostrerà che la risorsa non è scarsa

Dice ancora Gasparri: “Il tavolo sulla questione dei balneari, istituito presso la Presidenza del Consiglio, rappresenta la opportuna attuazione di quanto è stato votato in Parlamento nel decreto Milleproroghe.

Come la nota chiarisce, l’obiettivo dovrà essere quello di verificare che la risorsa non è scarsa e che quindi non c’è nessun motivo per procedere a gare per le concessioni balneari.”

La sentenza UE chiarisce che spetta ai singoli Paesi accertare la quantità di risorse

Continua Gasparri: “La stessa sentenza della Corte di Giustizia Europea è stata frettolosamente esaminata da alcuni nemici del mondo balneare che non hanno letto i punti in cui si chiarisce, in maniera molto esplicita, che l’accertamento sulla quantità di risorse spetta ai singoli Paesi che possono avere i loro criteri di valutazione”. Afferma Gasparri che continua:

“Siccome in Italia ci sono migliaia di spazi dove si possono avviare nuove imprese, la risorsa non è scarsa e quindi il tavolo e le procedure del governo smentiranno quelli che vorrebbero la colonizzazione di un settore produttivo fondamentale per la nostra offerta turistica”.

La mappatura dimostrerà che in Italia le spiagge non sono una risorsa scarsa

Dice ancora Gasparri:

“La realizzazione della famosa mappatura servirà, nell’attuazione della sentenza europea, a dimostrare che in Italia le spiagge non sono una risorsa scarsa.

Quindi non ci sono né direttive europee, né gare da mettere in campo.

Si potrà dimostrare che ci sono spazi utili per le nuove imprese. Quindi è essenziale utilizzare nuovi spazi senza interferire su quelli dove sono già presenti quelle imprese.”

La sentenza UE dice con chiarezza cosa si deve fare. Ora si tutelino le imprese e si eviti la colonizzazione di un settore strategico dell’economia

“La questione è risolta da quella sentenza che dice con chiarezza cosa si deve fare.

Lo dicono anche le norme approvate dal Parlamento italiano.

Ora il governo proceda: tavolo interministeriale, ascolto delle categorie, mappatura, dimostrazione che la risorsa non è scarsa e quindi archiviazione di questa vicenda lasciando le imprese libere di vivere e di investire.

Andiamo avanti quindi tutelando il futuro di queste imprese, incentivando eventuali nuove iniziative ed evitando una colonizzazione, che altri vorrebbero, di un settore strategico della nostra economia turistica.

L’Europa abbia coraggio e combatta i veri potentati, Amazon, Facebook e i giganti della rete di fronte ai quali scappa diventando invece arrogante con le piccole imprese che noi tuteleremo in ogni caso.” conclude Gasparri 

La sentenza della Corte europea sulle concessioni del demanio marittimo, i documenti

 “La sentenza della Corte Europea  (del 20 aprile 2023): qui un documento riassuntivo

qui il testo integrale 

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