Balneari traditi da Fratelli d’Italia che fa retromarcia sulla proroga alla Bolkenstein. Maurizio Gasparri, firmatario dell’emendamento, è chiuso nel silenzio. Ma il voltafaccia della Meloni indica una serie di considerazioni.
La prima è è che questi fratelli postfascisti sono prima fratelli e poi fascisti, meno che mai sovranisti. È bastato che i burocrati di pakazzo Chigi, succubi dei fratelli maggiori di Bruxelles, abbiano alzato il ditino che subito Giorgia Meloni, facite a faccia feroce ma calate le bgraghe, abbi detto sissignore. Leggete quel che segue.
La seconda è che c’è poco da sperare in un governo come questo, coerente nella sudditanza a Bruxelles da quando esiste l’Unione Europea.
La direttiva Bolkenstein per la messa all’asta delle spiagge italiane è un abominio, difficilmente praticabile, fratello di altri gravi danni causati all’Italia dalla cosiddetta Europa.
Lo segnala Salvatore Sfrecola dal sito unsognoitaliano.eu. Il riferimento è a La Verità di oggi 22 gennaio a pagina 7.
“Il gruppo di Fratelli d’Italia al Senato ha indicato alle commissioni bilancio e affari costituzionali i propri emendamenti al decreto Milleproroghe segnalati (cioè quelli che verranno davvero discussi e votati ndr), cioè quelli da portare in discussione e al voto, ma tra questi non vi è quello sui balneari.
“Abbiamo stilato una serie di emendamenti” sul tema dei balneari “ma abbiamo deciso di non segnalare il nostro, dopo che il governo ci ha fatto sapere che vi è un provvedimento in itinere, abbiamo avuto rassicurazioni su quella che resta una questione prioritaria”, ha commentato Lavinia Mennuni, la senatrice di FdI che ha firmato l’emendamento che prevedeva lo stop alla proroga fino al 31 dicembre 2023, come prevista dal governo Draghi. “Sono certa che il tema è prioritario, e comunque abbiamo tempo fino a lunedì per decidere cosa fare, ma dal governo Meloni siamo stati rassicurati”, ha detto. Una questione che avrebbe potuto però creare una grana con l’Europa”.
La decisione di non inserire tra gli emendamenti del decreto Milleproroghe quello che mirava ad eliminare la data del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari, significa che resta valido il termine fissato.
Perciò sarà necessario approvare entro l’anno in corso la riforma delle concessioni e metterle successivamente a gara.
FI e Lega però confermano la linea “segnalando” i due emendamenti azzurri (uno proroga le concessioni di un anno, l’altro di due) sottoscritti dal partito di via Bellerio.
Il senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, tra le sue più recenti iniziative a favore delle imprese balneari, agli inizi di gennaio ha presentato un emendamento al Milleproroghe.
Con lo scopo di prorogare la validità delle concessioni rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2023 prevista dalla legge sulla concorrenza.
“Per le concessioni balneari ho presentato un emendamento al decreto Milleproroghe perché ritengo che entro il 2023 non si possano ragionevolmente affrontare le questioni che riguardano queste imprese. ”, aveva detto Gasparri agli inizi di gennaio.
Secondo il senatore forzista la direttiva Bolkenstein non deve essere applicata alle imprese balneari perché rappresentano beni e non servizi.
Riteneva perciò necessario un rinvio di uno o due anni della validità delle concessioni per rivedere l’impianto della normativa sulla concorrenza, convincere l’Europa e dare una rapida soluzione per le imprese.
“Io penso che la proposta sui balneari non andrà da nessuna parte. Fu proprio Berlusconi a creare questa confusione normativa, generando un’incertezza anche per le imprese che vogliono investire e che loro vorrebbero difendere. Ma Giorgia Meloni non si metterà contro l’Europa mentre ci discute del PNRR. D’altronde non è riuscita a mettere dalla sua parte neanche un’altra categoria, quella dei benzinai, che infatti confermano lo sciopero. Io vedo come un segno di debolezza di questa maggioranza il fatto che ogni tanto deve far vedere che difende qualche gruppo a lei vicino”, ha dichiarato Paola De Micheli (PD), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.
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