Barbara, la tua rivoluzione fu la mia: sdegno per il tweet di una prof di Roma orfana degli anni di piombo

Barbara, la tua rivoluzione è stata anche la mia. Una professoressa di filosofia di Roma ha espresso così il suo cordoglio per la morte della brigatista rossa Barbara Balzerani con un tweet che ha provocato indignazione e polemica.  “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna” ha scritto Donatella Di Cesare, professoressa di Filosofia teoretica dell’Università La Sapienza di Roma. Sull’onda dello sdegno lo ha cancellato, ma il messaggio è rimasto nei vari rilanci.

Gaia Tortora lo ha ripubblicato e commentato lapidaria: “Le vittime ringraziano”. Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, ha sbottato che è “assurdo che docente universitaria inneggi ai tempi del terrorismo brigatista. É assurdo che una certa Donatella Di Cesare, docente universitaria, ricordi una terrorista delle Brigate Rosse, mai pentita, con un post sui social. Sono questi i valori che la professoressa intende trasmettere ai propri studenti? Nonostante non sia la prima volta che nostalgici di quell’orrenda stagione ricordino chi ha macchiato di sangue pagine intere della storia italiana, le sue dichiarazioni appaiono del tutto in contrasto con il ruolo che ricopre.

“Bene ha fatto la rettrice della Sapienza a prendere le distanze dalle sconcertanti parole della docente. Ma credo che sia necessario anche prendere dei provvedimenti seri nei confronti di chi dovrebbe trasmettere i valori ed i principi della nostra Costituzione non inneggiare ai tempi del terrorismo brigatista”. 

Barbara Balzerani è ricordate per il ruolo avuto nella strage di via Fani, a Roma, in cui furono uccisi tutti i carabinieri della scorta di Aldo Moro, a sua volta rapito dal commando brigatista per poi essere a sua volta ucciso dopo una lunga prigionia. 

Condannata  sei ergastoli, era libera dal 2011, secondo la Cassazione «anche se non si è pentita, si è “ravveduta”».

Di lei si era parlato più volte in questi anni. Quando il presidente Mattarella la riprese pubblicamente per una sua sprezzante uscita nel 2018,  quando il figlio di una vittima delle BR denunciò l’acquisto da parte di un Comune calabrese di un certo numero di copie del suo libro del 2009, “Perché io, perché non tu” , quando nel 2013 partecipò, con altri mille che cantavano l’Internazionale, ai funerali di un altro terrorista mai pentito, come lei, Prospero Gallinari.

Sulla Di Cesare merita citare il commento di Stefano Cappellini su Repubblica, intitolato “pacifismo a morti alterne, la contraddizione politica che assolve le Br ma condanna la resistenza in Ucraina”.

Scrive Cappellini: “La professoressa Donatella Di Cesare – insegna Filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma – è nota ai più perché, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, ha scritto molti articoli e partecipato a parecchie trasmissioni televisive per sostenere che condizione necessaria per ottenere la pace è smettere di fornire aiuti militari all’Ucraina”.

Riassume la vicenda il Quotidiano Nazionale. “È polemica per un messaggio, poi rimosso dai canali social, dedicato all’ex brigatista Barbara Balzerani pubblicato da Donatella Di Cesare, professoressa di Filosofia teoretica dell’Università La Sapienza di Roma. “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Questo è il post, assieme a foto ed hashtag di Barbara Balzerani, diffuso sui canali social da Di Cesare e poi rimosso, ma intercettato dal responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che l’ha riprodotto e poi rilanciato con un suo post. “Ma davvero Donatella Di Cesare ha fatto questo post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le Br rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l’omicidio di Lando Conti?”. Questo è il messaggio di Donzelli con lo screenshot del post della docente universitaria che aggiunge: “Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla Sapienza”. Abbastanza per far scoppiare una bufera politica contro la professoressa con interventi di condanna da parte dei rappresentati dei maggiori partiti”.

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Marco Benedetto