Comunque vada a finire questa surreale richiesta di Beppe Grillo (ripetere il voto di domenica), la morale è una sola: il Movimento 5Stelle si avvia a concludere la sua vita.
Magari, racimolerà ancora qualche voto, continuerà a far sentire una debole voce, ma la realtà è un’altra: dove è finito quel gruppo che voleva aprire il Parlamento come una scatola di sardine?
Dove sono andati quei voti che lo avevano reso il partito di maggioranza? Oggi, tutto è svanito e la platea dei suoi iscritti deve obtorto collo assistere alla farsa che divide il fondatore dalla sua creatura.
Forse in questi giorni, Beppe Grillo avrà pensato tante volte: come mi è venuto in mente di dar credito ad un avvocato con poca fame e di invitarlo alla mia corte? Però, adesso è inutile piangere sul latteversato: Conte ha dalla sua parte il resto di un Movimento ormai spento e non sa più a che santo aggrapparsi.
Essere di sinistra? Certo, ma non alle condizioni di Elly Schlein e del suo Pd. Combattere ad ogni costo il governo e la Meloni? Assolutamente si, ma bisogna contare qualcosa in Parlamento, altrimenti sei una vox clamantis in deserto.
Invece, adesso si debbono sorbire i capricci di Grillo che ritiene le votazioni nulle; le sortite di Conte che ritiene quelle del fondatore soltanto una scusa per rinviare una decisione già presa dal Movimento.
Il tutto mentre la gente che vota sorride e ritiene che nulla è cambiato nel panorama politico: le liti, gli sgambetti, gli sberleffi, la guerra anche tra amici (si far dire).
Tornano alla ribalta personaggi come Tonino Toninelli, ex ministro battuto dalla storia, il quale, alla vigilia della Costituente, ha tuonato:
“Il Movimento 5Stelle è già finito comunque vada il voto”. Su questo punto non gli si può dar torto, perché ha ragione.
Ed insieme con lui si ripresenta all’opinione pubblica Virginia Raggi, una volta prima donna in Campidoglio. Andatelo a chiedere ai romani che cosa pensano di lei. Eppure c’è chi si azzarda a dire che “sarebbe l’unica salvezza dei pentastellati” per contrastare la inarrestabile ascesa di altre due donne: Meloni e Schlein.
Ognuno nel Movimento può dire la sua, tanto la situazione è talmente ingarbugliata che nessuno se ne accorgerebbe in caso di fantasiose elucubrazioni.
A questo punto si riandrà al voto: quando ancora non è stato deciso. Ma qualcuno crede che gli italiani possano ancora una volta essere presi in giro?
Di qualunquismo nel nostro paese ne abbiamo piene le tasche. Sono anni che si pensa di inventare qualcosa che forse avrà la felicità di una manciata di giorni. Poi il fenomeno scemerà fino ad essere travolto da qualche forza in cerca di qualche preferenza. In conclusione, una scelta che non avrà nessuna voce in capitolo.
Anche se, come sentenzia Conte, la strada giusta è quella di una sinistra indipendente. Cioè? Unirsi, d’accordo, ma non per essere servitori, vassalli o cespugli.
No, per niente. “Vogliamo essere noi, soltanto noi”, ipse dixit. Se non si sta ai patti, seppure da secondi o terzi, quale sarà il futuro? Quello di avviarsi verso il tramonto sia pure lentamente, ma inesorabilmente.
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