Campo largo o campetto di provincia? “Alle porte non ci sono nemmeno le reti”: Renzi non vede o finge il caos M5s. Matteo Renzi si dice certo (beato lui) che con i suoi voti la destra sarà sconfitta. Parla del campo largo, naturalmente, l’ultima spiaggia per ottenere un paio di poltrone e non finire nel dimenticatoio. Elogia Elly Schlein, ritiene che è stata lei a far risorgere il Pd in stato preagonico.
Se si trattasse di diciotenni potremmo affermare che ha preso una cotta per la segretaria dei dem. Questo è ormai diventato il suo ultimo pallino, quello che la maggioranza definisce una grande ammucchiata senza un programma. Ripete il ritorno molto caro alla Schlein. “Uniti si vince”, ma senza di me (sono parole di Renzi) il sogno svanisce” aggiunge con tanta vanagloria.
Non sarà soltanto il suo apporto ad essere determinante. I veti dei 5Stelle debbono sparire, non è più il tempo delle divisioni e delle polemiche che non fanno costrutto. Ecco dove Renzi pecca o fa finta di peccare.
Non può ignorare che i pentastellati in questo periodo sono in tutt’altre faccende affancendati. Hanno un problema che definire angoscioso è poco. Fra l’avvocato del popolo e l’ex comico non corre buon sangue, si è alla carta bollata e all’intervento della magistratura. Conte ha rivoluzionato il Movimento e non vuole tornare indietro nemmeno di un passo. Conte, al contrario, ritiene che la rivoluzione iniziata deve continuare per non sparire.
Grillo ha per conto suo due out out: non si toccano né il terzo mandato, né il nome della sua creatura. C’è chi ritiene sia al momento un dato di fatto, ma i vecchi nostalgici sostengono che così si arriverà alla sparizione.
Allora, come può sperare di ottenere una risposta dai 5Stelle in un passaggio così difficile del Movimento? A meno che, da quella lenza che è, Renzi approfitti della confusione per convincere quanti non sanno che pesci prendere. La maggioranza, è senza dubbio, per Conte. “Bisogna andare avanti al passo con i tempi”, dicono. Non ci pensano nemmeno a lasciare la poltrona di Montecitorio o di Palazzo Madama dopo due mandati. Il potere piace a tutti, i privilegi non si abbandonano ed allora “viva il primo mandato se non il secondo e il terzo”.
Il segretario di Italia Viva ha un altro ostacolo da superare per niente semplice. La percentuale con cui il suo partito si dimena fra gli ultimi. Il 40 per cento delle preferenze quando era presidente del consiglio, è precipitato al 2 o 3 per cento. Questi numeri fanno inorridere coloro che dicevano che avrebbero aperto come una scatoletta di tonno il Parlamento. Quel desiderio non c’è più, è vero, ma l’ingresso del buon Matteo nella coalizione potrebbe far perdere molte più preferenze al campo largo o addirittura super largo, come ne è convinta la Schlein.
Fra non molto, ricorda qualcuno, si vota in tre regioni, Liguria, Umbria ed Emilia Romagna. Con chi starà Renzi se a Genova il suo partito guida la città con la destra? “E’ lui che si deve decidere, a meno che non voglia giocare su due tavoli come ha già fatto in passato”.
Questa è oggi la coalizione sbandierata da Elly. Ancora si parla di campo largo? “No”, risponde la maggioranza, è solo un campetto di provincia. Alle porte non ci sono nemneno le reti”.
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