Caporalato e non solo, scoperti 60mila lavoratori in nero: così pochi? Basterebbe applicare le leggi che già ci sono

Serviva che ci scappasse il morto per far tornare di attualità il fatto che in Italia esiste tantissimo lavoro nero, un esercito di invisibili che in queste ore starebbe “riemergendo”. Sono infatti 60mila gli uomini e le donne individuati dalla Guardia di Finanza nel corso di controlli durati 17 mesi. Persone costrette a lavorare senza alcun contratto o con accordi giudicati irregolari. I numeri emergono dal bilancio operativo delle Fiamme Gialle.

I dati raccontano le verifiche svolte in tema di lotta al lavoro nero dal primo gennaio del 2023 al 31 maggio scorso. I finanzieri hanno individuato complessivamente 59.539 lavoratori irregolari. Una cifra che rappresenta il 32% in più rispetto ai 45.041 scoperti nell’analogo periodo precedente.

I controlli quindi sembrano confermare un trend legato ai controlli in crescita. I numeri arrivano dopo la tragedia di Satnam Singh, il cittadino indiano morto dopo esser stato abbandonato davanti casa dal proprietario dell’azienda agricola nella quale poco prima aveva perso il braccio destro in un incidente sul lavoro. Ed ora si scopre che il datore di lavoro di Satnam, da cinque anni era indagato per caporalato. 

Lavoro nero e caporalato, in Italia le leggi ci sono

La verità è che, come spesso accade, in Italia ci sono le leggi ma non c’è la volontà/possibilità di attuarle. In molti casi però, queste leggi avrebbero anche bisogno di essere un po’ modificate e aggiornate. Per contrastare il lavoro nero e il caporalato non servono tuttavia miracoli. Viene da pensare che nell’immediato basterebbe incrociare e analizzare dati. La guerra al nero e al caporato però è vittima della cronica mancanza di interesse da parte della politica, fino al prossimo morto che scuoterà di nuovo le coscienze ma sono per qualche settimana. 

 

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Lorenzo Briotti