Caro benzina. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso la situazione non è così tragica. E le accise non verranno tagliate dato che servono a finanziare il taglio del cuneo fiscale. Pur non avendo ancora raggiunto in maniera stabile i 2 euro, il taglio delle accise non avverrà malgrado le promesse portate avanti dall’attuale maggioranza. Sia elettorali che non: Salvini aveva infatti parlato di un taglio delle accise nel febbraio scorso. Taglio che sarebbe avvenuto nel caso la benzina raggiungesse i 2 euro.
“Da due giorni i prezzi sono sostanzialmente stabili”, afferma in un’intervista alla Repubblica Adolfo Urso. “Grazie al provvedimento del governo che ha imposto di esporre i prezzi medi, il consumatore può fare un confronto, scegliere e risparmiare. Ma vedo che tutti i mezzi di informazione preferiscono titolare sul caso di un solo distributore sulla Milano-Varese perché propone la super a 2,7 euro”.
Per il ministro “la realtà di quanto accade nel resto dei 22mila distributori italiani è ben diversa”. “I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec+, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia, ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile”, ricostruisce.
Niente taglio delle accise. “Il presidente Draghi prese quella decisione in un momento eccezionale”, marca la differenza il ministro. “Il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose”, spiega Urso. Tagliare le accise della benzina “costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno“.
In un’altra intervista ad Agorà Estate, il ministro Urso spiega che il governo ha utilizzato questi fondi “per tagliare due volte il cuneo fiscale” e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio. “Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra – ha aggiunto – che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro”.
Urso ha ribadito che il prezzo industriale in Italia “è il più basso in Europa” e incalzato sulla tassazione. Questa dipende “da una serie di interventi di precedenti governi, che è durata e stata confermata per anni in cui ha governato la sinistra italiana. Draghi è intervenuto con un taglio parziale a fronte di un’emergenza quando il prezzo era arrivato a 2,20 euro al litro, mentre ora la media è 1.945 quindi ben sotto quella soglia. Se noi riproponessimo quella misura dovremmo trovare in altro modo e con altre tasse 12 miliardi di euro l’anno, che sono ben più di quanto costava il reddito di cittadinanza”.
Urso ha quindi spiegato che il governo ha una “strategia ben chiara: abbiamo preferito utilizzare quelle risorse per tagliare per due volte il cuneo fiscale. La prima volta con la manovra dello scorso anno e la seconda con la manovra del primo maggio perché noi siamo andati in soccorso delle famiglie italiane, di quelle più bisognose, e in quella direzione andiamo ancora”.
Codacons intanto critica il Governo che vivrebbe a loro modo di vedere una sorta di “ribaltamento completo della realtà. Adesso addirittura rivendica la scelta di non tagliare le accise, dopo che diversi esponenti della maggioranza in campagna elettorale, e in precedenza, avevano promesse senza mezze misure il taglio o l’eliminazione del balzello sui carburanti”. L’associazione contesta all’esecutivo ‘la passata irresponsabile diffusione di promesse vuote e infondate, che hanno generato legittime aspettative da parte dei cittadini ora frustrate”. “Giorgia Meloni – sottolinea il Codacons – deve spiegare agli italiani perché le accise andavano tagliate solo in campagna elettorale e poi, una volta in carica, non è stato rinnovato neanche lo sconto precedente”.
Altroconsumo ha invece già raccolto più di 103mila firme online per chiedere al governo di ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l’Iva sui carburanti, allo scopo di neutralizzare i rincari “inaccettabili” su benzina e diesel. “Il governo ha adottato misure blande, i cartelli con i prezzi medi, che, come prevedibile, si sono rilevate del tutto inefficaci. Fino all’inizio di quest’anno era in vigore lo sconto sulle accise, una misura straordinaria che, pur non essendo incisiva come l’azzeramento dell’Iva, un po’ di respiro agli automobilisti lo aveva dato”.
La maggioranza ha evidentemente cambiato idea. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, lo scorso febbraio aveva detto: “L’accordo è che, qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse sopra i 2 euro, il governo interverrà, come è stato già fatto l’anno scorso”.
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