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Caro voli, stretta del Governo sugli algoritmi che decidono le tariffe: le compagnie non ci stanno

Caro voli, il Governo ha messo a punto un decreto che non permetterà alle compagnie aeree di usare l’algoritmo tradizionale per determinare il prezzo. Recita il decreto: “La fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree (…) è vietata se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole. Avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; conduce a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo”. 

Caro voli: il Governo prepara il decreto, le compagnie aeree non ci stanno

Quanto deciso allarma però le compagnie aeree. A sottolinearlo in una nota sono Ibar (Italian Board of Airlines Representatives) e Assaereo (Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo). Si tratta dei due principali “portavoce” del settore dei vettori aerei operanti nel mercato italiano.

A detta delle compagnie aeree mancherebbero i presupposti per una decretazione d’urgenza. Le norme sarebbero inoltre in contrasto con quelle Ue. Le compagnie dichiarano anche che è mancato il confronto articolato con i vettori per trovare norme meno “punitive”, cosa che però il Governo nega. “Il confronto con le compagnie c’è stato” ha infatti dichiarato Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia. 

Norme in contrasto con le norme Ue

Nella nota si legge che le norme sembrerebbero “in contrasto con le normative di settore applicabili, in particolare con l’art.22 del Regolamento CE 1008/2008 che consente ai vettori titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata da uno Stato membro dell’Ue di scegliere le rotte sulle quali operare e fissare liberamente le tariffe per il trasporto passeggeri e merci”.

“La possibilità di calmierare il costo dei biglietti aerei è consentita esclusivamente attraverso l’imposizione di oneri di servizio pubblico qualora ricorrano i presupposti di cui all’articolo 16 del Regolamento”, spiegano. E ricordano che “l’industria del trasporto aereo opera in un contesto generale di mercato libero e deregolamentato”. 

Contrarie anche le compagnie low-cost

Perplessa anche Aicalf, l’Associazione italiana delle compagnie aeree low-cost, che parla di “precedente pericoloso”. “La bozza del decreto legge che avrebbe come obiettivo quello di calmierare i prezzi dei biglietti aerei nazionali, da e per le isole, creerebbe un pericoloso precedente a un settore la cui liberalizzazione ha portato in questi anni benefici enormi ai cittadini italiani ed europei”, ha detto il presidente Alessandro Fonti. Che ha proseguito: “Ogni tentativo di restringere gli spazi di libero mercato, oltre ad essere in contrasto con la normativa europea applicabile, non potrà che avere effetti negativi e contrari agli obiettivi dichiarati, sull’offerta e sugli stessi prezzi dei biglietti danneggiando per primi i consumatori e mettendo a rischio gli investimenti delle compagnie aeree in Italia e l’occupazione diretta e dell’indotto”.

Cosa prevede il decreto contro il caro-voli

Per contrastare l’aumento dei prezzi dei biglietti aerei nei mesi estivi, il governo si appresta a varare delle misure che saranno valide solo per i viaggi nazionali che collegano le isole come Sicilia e Sardegna. Questo nonostante anche sulle altre tratte si siano registrati aumenti medi del 40 per cento dall’inizio della stagione estiva. Le compagnie non potranno più usare l’algoritmo tradizionale per la determinazione delle tariffe nei periodi di picco del traffico. “La fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione, è vietata se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni. E’ applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole.  Avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale. Conduce a un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo”. Inoltre è considerata pratica commerciale scorretta l’utilizzo di procedure automatizzate per determinare le tariffe basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati.

Assoutenti: “Criticità nelle misure contro il caro-voli”

Anche Assoutenti è critica con il decreto ma per ragioni opposte a quelle delle compagnie. “In tema di caro-voli il Governo rischia di andare fuori rotta” scrive in una nota. L’associazione degli utenti rileva alcune criticità nelle misure contro i rincari: “Da mesi denunciamo come i prezzi dei biglietti aerei siano del tutto fuori controllo in Italia, e in tal senso approviamo l’intenzione del Governo di mettere un freno ad algoritmi e aumenti ingiustificati dei voli. Tuttavia non possiamo non rilevare come le misure che approderanno oggi in Cdm rischino di trasformarsi in un nulla di fatto e di non risolvere il problema del caro-voli”, spiega il presidente Furio Truzzi. Che prosegue: “Il decreto interesserà infatti solo i voli nazionali da e per le isole come Sardegna e Sicilia e interverrà solo in casi di aumenti superiori al 200% rispetto ai prezzi medi dei voli”.

“Fuori dal decreto le rotte utilizzate per le vacanze, sia italiane, sia estere”

“Sono così tagliate fuori tutte quelle tratte utilizzate dagli italiani in occasione delle partenze per vacanze estive e festività, sia nazionali (ad esempio i viaggi da nord a sud Italia), sia estere (Grecia, Spagna, capitali europee, ecc.) (…). Prosegue Truzzi: “Per combattere realmente le speculazioni che avvengono nel settore del trasporto aereo serve sia ridurre la percentuale massima di aumento praticabile dalle compagnie aeree per i voli da e per le isole, sia estendere tale misura a tutti i biglietti, indipendentemente dalla destinazione, perché gli italiani quando si spostano in aereo non vanno solo in Sicilia o in Sardegna e subiscono rincari ingiustificati per una miriade di destinazioni”. 

Taxi, licenze aggiuntive per chi ne ha già una 

Oltre al caro voli, il decreto in discussione prevede varie norme che vanno a toccare varie materie: giustizia, infrastrutture, emissioni della telefonia mobile, contrasto alla diffusione dell’infestante granchio blu. Per quanto riguarda il tema spinoso delle licenze taxi, il decreto vuole aumentare fino al 20 per cento le licenze per i taxi nei comuni capoluogo di regione, città metropolitane e città sede di aeroporto internazionale.

I comuni potranno però rilasciare, sia a titolo gratuito sia a titolo oneroso, licenze aggiuntive temporanee della durata massima di dodici mesi, prorogabili sino a ventiquattro mesi. Queste licenze andranno anche a chi è già titolare di una licenza. Si tratta di una concessioni aggiuntiva che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe permettere agli attuali tassisti di “ammortizzare” il costo dell’apertura alla concorrenza.

 

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