Chi è Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd. La prima donna alla guida del maggiore partito della sinistra ha vinto le primarie (a cui hanno partecipato circa un milione di persone) con il 53,8% all’80% dei seggi scrutinati. Stefano Bonaccini si ferma al 46,2% e dichiara di “voler restare a disposizione”. E’ anche la donna più giovane a guidare un partito dato che ha 38 anni. E’ decisamente una “outisder” rispetto alla classe dirigente del partito che si appresta a guidare. Una Undedog, per usare un termine caro alla Meloni.
Elly Schlein è stata definita dal Guardian la “stella nascente della sinistra italiana” ed è stata paragonata alla passionaria deputata neyorkese Alexandria Ocasio-Cortez. Elena Ethel Schlein è nata nel 1985 nel canton Ticino, in Svizzera. E’ figlia di due professori universitari. Il padre è un politologo americano discendente di una famiglia ebraica askhenazita proveniente dall’odierna Ucraina. La madre è una giurista, figlia di Agostino Viviani, avvocato antifascista e senatore del Partito Socialista negli anni settanta. Ha due fratelli più grandi, Benjamin che insegna matematica all’Università di Zurigo e Susanna. Diplomatica all’ambasciata di Atene, Susanna Schlein recentemente è rimasta vittima di un attentato anarchico.
Dopo il diploma al Liceo di Lugano decide di tornare in Italia per frequentare l’università a Bologna, la città d’origine della madre. Frequenta il Dams per un anno e poi si iscrive a Giurisprudenza. Nel 2008 fa campagna elettorale per Barack Obama negli Stati Uniti. Torna e racconta di aver cominciato ad appassionarsi per la comunicazione politica in quell’occasione. Si laurea poi con due tesi. Una sulla criminalizzazione e la sovrarappresentazione dei migranti in carcere, l’altra sui diritti dello straniero nella giurisprudenza costituzionale.
Comincia ad interessarsi di politica in uno dei momenti più bui della storia del Pd. La mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, con gli ormai famigerati ‘101’ franchi tiratori che ne affossarono le ambizioni.
Nel 2013 gira l’Italia insieme a Giuseppe Civati nella campagna per la segreteria Pd. Toccherà ben 60 tappe. Nel 2014, dopo l’esperienza di OccyupyPd seguita alla mancata elezione di Prodi e all’impegno al fianco di Pippo Civati nel congresso, si candida al parlamento europeo, dove, un po’ a sorpresa, viene eletta con 54.802 preferenze. In Europa entra a far parte di varie commissioni: quella sulla Sviluppo (DEVE), Libertà civili giustizia e affari interni (LIBE) e Parità di genere (FEMM), diventa Vicepresidente della Delegazione alla Commissione SAPC UE-Albania, e Copresidente dell’Intergruppo ITCO su Integrità, Trasparenza, Anti-corruzione e criminalità organizzata. Diritti civili, immigrazione, ambiente, giustizia fiscale e lotta alla corruzione e alle mafie sono i temi principali di cui si occupa.
Il 6 maggio 2015, Elly Schlein lascia il Pd dopo l’approvazione dell’Italicum, della riforma della scuola e del Jobs act. Giudica insanabili le fratture che ha con la linea presa dal governo Renzi. Nello stesso anno lancia anche Pippo Civati Possibile, che diventa ufficialmente partito nel 2016. Si riavvicina al Pd in occasione delle elezioni regionali del gennaio 2020. Guida la lista Emilia-Romagna Coraggiosa e viene eletta nell’Assemblea legislativa regionale. Diventa vicepresidente (con Bonaccini presidente) e assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica.
Nel 2022, Enrico Letta l’ha chiamata per guidare l’apertura al mondo progressista delle liste del Pd, entrando alla Camera. La sua re-iscrizione al Pd è piuttosto recente: solo nei mesi scorsi ha infatti ripreso la tessera al circolo della Bolognina, dove era di fatto cominciata l’esperienza di OccupyPd e la sua scalata al parlamento europeo.
Riservatissima sulla sua vita privata, qualche hanno fa in un’intervista televisiva disse “di aver amato molti uomini e molte donne” Ha una compagna che, dice, “non è un personaggio pubblico e non vuole diventarlo”. È appassionata di cinema, assidua frequentatrice del festival di Locarno, ha collaborato a un documentario che ha vinto il David di Donatello. E’ anche molto appassionata di musica: suona la chitarra ed è una cultrice del festival di Sanremo. Da femminista, sull’ipotesi dell’elezione a premier di Giorgia Meloni, Schlein ha dichiarato: “Non ce ne facciamo nulla di una leader donna se non si batte per i diritti di tutte le altre donne”.
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