Va ascoltato l’ultimo pubblico “vocale” di Chiara Colosimo neo eletta presidente di una Commissione parlamentare, niente meno che quella detta Antimafia. Dice l’onorevole Colosimo di idee e di impegno politico di destra, molto di destra, dice di tal Ciavardini che del terrorismo di destra fu militante e soldato, dice di lui così, proprio così, dice: “Il presunto Ciavardini”. Presunto? Tendiamo ad escludere l’onorevole Colosimo con quel “presunto” voglia usare la formula che si usa per l’accusato non ancora e forse mai condannato. Un parlamentare e un presidente di Commissione parlamentare sanno di certo che Ciavardini è condannato con sentenza per i reati compiuti in seno e con i Nar, banda terrorista neo fascista. Quindi il “presunto” pronunciato da onorevole Colosimo non è, non dovrebbe essere, accortezza garantista nei confronti di Ciavardini. E allora cosa è quel “presunto” nel pensiero ed eloquio dell’onorevole Colosimo?
Chiara Colosimo: esegesi psicologica
Col rischio di giocare al piccolo analista, qui si tenta una esegesi psicologica di quel “presunto”. All’onorevole Colosimo è stato politicamente imputato dalle opposizioni di aver troppo politicamente frequentato Ciavardini e camerati, insomma un blando e comunque legalissimo “sostegno nero”. Però imbarazzante assai quando si diventa governo, istituzione, presidenza. Nella foga, una delle caratteristiche innegabili dell’onorevole Colosimo, imbastiti una serie di ricostruzioni a discarico dei contatti e rapporti risultata imprecisa e tutt’altro che fattuale. Insomma una foga a dire incalzata da un qualche pressante imbarazzo. E nella foga il lapsus, il Ciavardini che diventa “presunto”. Presunto Ciavardini, la sua stessa esistenza in terra. A un passo dal “Ciavardini chi?” e dal “Chi, io?”. Lapsus, direbbe il piccolo analista, negazionista.