I sindaci del Sud scesi in piazza a Roma per protestare contro l’autonomia sono stati presi a spintoni da alcuni agenti della Polizia schierati davanti a Palazzo Chigi. Secondo una prima ricostruzione, da piazza Santi Apostoli, dove erano in presidio, avevano chiesto di essere ricevuti. A farsi portavoce era stato Vincenzo De Luca che però ha ricevuto, dal ministro Fitto e dagli altri esponenti del Governo, un secco no.
A quel punto, il gruppo di sindaci perlopiù campani ha deciso di andare a Palazzo Chigi. Qui, come spiegano in una nota i deputati di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli e Francesco Borrelli, “sono stati fronteggiati dai poliziotti e attaccati con i loro scudi al punto che alcuni di loro sono caduti”. Quello che è accaduto è stato raccontato all’Ansa da Giuseppe Annunziata, il segretario del Pd di Napoli: “Ero nella prima fila del corteo, volevamo arrivare a Palazzo Chigi ma davanti Piazza Colonna c’era una barriera di polizia. Abbiamo provato a passare ma ci hanno respinti con diversi forti spintoni. Abbiamo ricevuto dei forti spintoni dalla polizia a cui cercavamo di resistere. Non ci sono stati manganelli e non mi risultano colleghi feriti. Dopo la fine delle spinte tra i due gruppi abbiamo cantato Bella ciao”.
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha spiegato il motivo della manifestazione indetta per oggi a Roma: “Schlein ha detto che autonomia penalizza il Sud? L’autonomia differenziata non penalizza il sud, lo calpesta e lo offende. Meloni deve chiedere scusa perché questi fondi erano destinati in primo luogo al Sud, e gli accordi di coesione andavano fatti innanzitutto con le regioni del sud invece che con tutte le regioni del nord. Se pensa che la dignità del Sud sia in vendita si sbaglia la manifestazione di oggi serve a ricordare a Giorgia Meloni e a tutti che la dignità del sud non è in vendita quindi chiede scusa scusa perché sta bloccando risorse essenziali per creare lavoro”.
De Luca è riuscito poi ad entrare a Montecitorio assieme a due sindaci campani. Qui si è fermato a conversare con alcuni giornalisti lamentandosi per non essere stati ricevuti da nessuno nei ministeri. “Siamo arrivati davanti al Ministero della Coesione, dove sono degli stakanovisti: non c’era nessuno, Non c’era il ministro, non c’era un sottosegretario, non c’era un funzionario che stava giocando a tennis. Ci hanno spintonato, poi hanno detto che una delegazione poteva salire, ma sopra non c’era nessuno. Allora sono andato verso Palazzo Chigi, ma una barriera di polizia ci ha bloccato. Hanno detto che poteva passare solo il Presidente, e così sono andato io. Ma a Palazzo Chigi, non c’era Mantovano, non c’era nessuno. Ecco come trattano i sindaci della Campania. Sono 12 giorni che li avevamo avvisati che saremmo venuti”.
De Luca ha raccontato con dovizia di particolari i meccanismi con cui, a suo giudizio, il governo blocca i Fondi di coesione verso la Campania. “Quando si violano le regole – ha proseguito – è a rischio la democrazia. Fanno questo contro la Campania che è la regione a maggior sofferenza sociale d’Europa. Senza soldi non puoi fare programmazione, le imprese culturali non possono fare programmazione”. Alla domanda se a suo giudizio ci fosse un elemento personale nei suoi riguardi o un elemento politico, De Luca ha replicato: “non c’entra destra e sinistra. C’entra il fatto che la Campania è una Regione che non si piega. Non ci resta che la battaglia sociale, sperando che basti”.
E dopo quanto accaduto a Palazzo Chigi c’è stato un durissimo botta e risposta tra De Luca e la Meloni. “Devo ringraziare i presidenti di regione” ha detto la Presidente del Consiglio dalla Calabria dove si trova per la firma dell’Accordo per il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. “Tutti hanno capito il senso di quello che stiamo facendo – ha sottolineato Meloni – c’è stata una enorme collaborazione, tutti sono collaborativi salvo uno che non è molto collaborativo allo stato attuale. Rispetto per carità, neanche mi stupisce troppo, se si va a guardare il ciclo di programmazione 2014-2020 risulta speso il 24% della spesa, se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare forse si potrebbe ottenere qualche risultato in più”. De Luca ha replicato usando parole durissime: “Meloni? Senza soldi non si lavora. Stronza, lavori lei”, è la replica del governatore.
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