Duello in diretta Tv su Sky: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein non si sono risparmiati. Sintesi di un’ora di faccia a faccia: divisi sulla Meloni, tutti contro Cospito, rigorosamente pro Kiev. Ed entrambi convinti , ci mancherebbe, sulla necessità di mandare a casa il vecchio gruppo dirigente accusato delle sconfitte del Pd. In mezzo vecchi slogan, frasi prevedibili , interventi di un minuto, repliche rapidissime. E look studiato, sobrio: Stefano senza cravatta e camicia bianca, Elly in giacca color ciliegia e pantaloni. Marcature strette, sorrisi larghi. Finale pirotecnico. “Vincerò io” spara il governatore. “Calma, io sono convinta di farcela” replica la sua ex vice in quel di Bologna. Poi, stretti in un abbraccio in favore di telecamere, Elly imbraccia il violino e suona (metaforicamente) alla Paganini il suo “Duetto amoroso “. E butta lì, senza rossori: ”Se dovessi perdere, collaborerò con te”. Giù il sipario.
Domenica 26 è vicina. Pronti i gazebo. Sono attesi un milione di votanti (sotto il milione sarebbe un brutto segno). Vanno in scena le Primarie n.6. targate Pd. Le prime risalgono al 2007, anni di fondazione del partito e vittoria di Walter Veltroni. L’ultima è stata nel 2019 quando fu incoronato Nicola Zingaretti. In realtà la parola “ Primarie” ha fatto irruzione nel vocabolario e nella prassi politica italiana nel 2005. Il 16 ottobre c’è stata la contesa tra esponenti di centrosinistra ( riuniti sotto la coalizione dell’Unione) e ha rappresentato il momento più alto di partecipazione con 4.311.149 elettori e la netta vittoria di Romano Prodi su Bertinotti, Mastella e altri. Va ricordato che nei Circoli (dal 3 al 19 febbraio hanno votato 15 mila iscritti) Bonaccini ha avuto il 53% delle preferenze, Schlein il 35%.
Le uniche vere scintille tra i due sono arrivate sui diritti. Elly ha parlato di droghe leggere e copie gay precisando che “Diritti sociali e civili sono inscindibili: chi viene discriminato lo è sul lavoro, a scuola, nella società“. Pronta la replica di Bonaccini: ”Certo, dobbiamo difendere anche i diritti sociali, non solo quelli civili”. Tutti d’accordo invece sulla necessità di cancellare la Bossi- Fini e di riprendere il ddl Zan. La speranza comune è di tornare a contare nel Paese facendo, al meglio, opposizione.