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Elezioni Europee giugno 2024, risiko candidature: ecco tutti i (primi) nomi dei probabili in lita nei vari partiti

Elezioni Europee del 9 giugno 2024, risiko delle candidature. Toto nomi. Chi andrà a Bruxelles? Le candidature sono un risiko. Ettari di giocatori sono stati sorpresi a lanciare i dadi.

Comune l’obiettivo: strappare il pass per le liste. I leader sono in ballo con le candidature per le elezioni. Niente di deciso ma c’è molta fibrillazione.  Dalle urne uscirà una maggioranza le cui scelte hanno sempre maggior rilevanza politica a livello continentale . Le urne cioè sanciranno o  confermeranno i mutamenti nei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione e in seno al nostro stesso governo. Basta ricordare quel che è successo nel 2019: la maggioranza Ursula (contestata dalla Lega),provocò la caduta del governo giallo-verde di Conte.  Ma vediamo quel che bolle in pentola.

NOMI SICURI – Due  in particolare: Francesco Lollobrigida, ministro della agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Giorgia Meloni ha deciso. Altro nome sicuro: Matteo Salvini, attuale vice premier (con Tajani), leader della Lega dal 2013, già europarlamentare ; sarà prevedibilmente capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Altri nomi sicuri al momento non se ne fanno. Per ora.

NOMI PROBABILI – L’affollamento maggiore si registra  nel Pd. Pressoché certo Nicola Zingaretti , ex presidente della Regione Lazio (2013-2022), già europarlamentare (2004-2008); aspira a fare il capogruppo del Pse. Stefano Bonaccini vuole andare a Bruxelles guidando la lista Pd nel Nord-est. Avrà presto disco verde.

In lizza anche due sindaci: di Firenze (Nardella ) e di Pesaro (Ricci). In panchina, per ora la toscana Irene Tignali e il sindaco di Bergamo  (in carica dal 2014) Giorgio Gori. Scalpitano la senatrice siciliana Vincenza Rando, residente a Modena, e la deputata piemontese  Chiara Gribaudo.

NOMI IN ATTTESA – Sono tanti in vista delle elezioni. Spunta anche il nome di Nichi Vendola, ex governatore della Puglia (2005-2015),presidente nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, co-fondatore dell’Arcigay (1980); candidatura però osteggiata da chi gli rimprovera di aver preso a suo tempo “provvedimenti blandi”sull’Ilva di Taranto.

C’è curiosità di conoscere le mosse di Michele Santoro (ha chiamato a raccolta i pacifisti in quel di Firenze il prossimo 30 settembre. C’è pure in panchina il senatore (Pd) pugliese Francesco Boccia, marito di Nunzia De Girolamo (ex ministro nel governo Letta, oggi conduttrice televisiva anche con Giletti e Formigli, nonché opinionista di Rai 1). Circolano anche i nomi di Arianna Meloni e Gianni Alemanno con la sua lista di destra sociale.

GLI AZZURRI E IL GENERALE VANNACCI
Sono più di un bisbiglio. Forza Italia corteggia gli azzurri campioni del mondo 1982, segnatamente Cabrini, Dossena, Altobelli; i tre hanno già fatto capolino sui palchi di Fi. Tajani non dispera comunque di convincere Piersilvio e  Marina Berlusconi. Missione impossibile. I due fratelli sembrano irremovibili. Sembrano.

Meno decifrabile la posizione del generale-scrittore Roberto Vannacci, già comandante degli incursori della Folgore, tre lauree (Torino, Trieste, Bucarest), numerosi master; Salvini lo vorrebbe in casa Lega, gli ha offerto una testa di lista. Per ora Vannacci pensa solo alla promozione del suo libro; e ovunque vada (vedi lunedì a Piombino, applausi e proteste Lgbt). Per Salvini va bene così.

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