Elezioni europee, le previsioni di Luigi Zanda, ex capogruppo Pd al Senato sono precise: “Il risultato delle ultime regionali fa pensare che alle Europee la Lega e i 5Stelle pagheranno le cattive politiche di Salvini e Conte. Per gli altri partiti la valutazione andrà fatta confrontando il loro risultato con i consensi delle Europee di 5 anni fa, quando il Pd ottenne il 22, 7%”.
Poi, aggiunge, intervistato da Giivanna Casadio per Repubblica, “ci saranno il Piemonte, Firenze, Bari e circa 4 mila Comuni alle urne. Né la politica avrà tempo per riposarsi, dopo le regionali in Emilia Romagna, perché nel 2025 voteranno Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. Saranno test decisivi in vista delle politiche 2027. Il Pd deve attrezzarsi a queste sfide”.
Severo il giudizio sulla segretaria del Pd Elly Schlein. Schlein dovrebbe “occuparsi del partito, del suo pensiero politico e dell’organizzazione interna. Schlein deve sapere che solo con un Pd forte si possono proporre campi larghi, larghissimi, larghini, perché un Pd debole coincide con l’aspirazione di Conte, che non aspetta altro per rovesciare il tavolo”.
Madornale l’errore del nome nel logo del Pd per le elezioni europee. “La democrazia ha la sua base nei partiti politici e nel logo basta il simbolo del partito. Per quanto riguarda le Europee, a me paiono stonate anche le candidature di personalità che poi non andranno a Strasburgo”.
C’è di più. “Ho letto che nella direzione del partito è stato Stefano Bonaccini, quindi il leader dell’ala riformista, a proporre di scrivere il nome della segretaria sul simbolo. Penso che Elly Schlein si sarebbe dovuta alzare subito e dire “no grazie”,spiegandone le ragioni. Invece ha aspettato un giorno e ha reso possibile un inutile dibattito. Soprattutto ha avvalorato la tesi delle malelingue che sostengono che anche lei fosse d’accordo con Bonaccini. Ne è scaturita una discussione che nuoce al Pd e incrina l’autorevolezza della segretaria”.
Sul nuovo Patto di stabilità europeo che imporrà una correzione dei conti Zanda dice: “Dopo tre anni di deregulation causa Covid, è chiaro che l’Unione non poteva reggere senza regole interne.
Per l’Italia le nuove regole sono molto meglio di quelle di tre anni fa”.
“In questi anni il comportamento di Gentiloni in Europa è stato impeccabile: obiettivo, competente e responsabile. Avrebbe molto danneggiato la reputazione dell’Italia se Gentiloni avesse fatto il commissario al servizio di questo o quel partito italiano”.
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