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Elezioni regionali, si vota fra due mesi, destra e sinistra in piena confusione

Elezioni regionali, si vota fra due mesi, destra e sinistra in piena confusione

Finirà tre a zero o due a uno? Attenzione: non è un pronostico per le partite del campionato di calcio che comincerà immediatamente dopo Ferragosto.

No, si parla di elezioni regionali che si terranno in ottobre (in Liguria) e a novembre in Umbria ed Emilia-Romagna.

Dunque, nemmeno in questa torrida estate baruffe e sgambetti diminuiscono. Il voto stavolta ha una grande importanza perché se la sinistra dovesse fare cappotto la maggioranza tornerebbe a trascorrere giorni non proprio tranquilli.

In attesa delle elezioni regionali tanta confusione

Antonio Tajani parla a un convegno, lo aspetta la prova delle elezioni
Elezioni regionali, si vota fra due mesi, destra e sinistra in piena confusione – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Ecco la ragione per cui c’è tanta confusione e le schermaglie si fanno sempre più accese.

La minoranza? E’ spaccata alla faccia del campo largo. La destra non è da meno perchè l’alleanza vacilla: questa volta, i dubbi e le peplessità vengono sopratutto da Forza Italia.

Antonio Tajani è in balia di una sterzata verso un moderatismo più acceso invocato da Marina e Piersilvio Berlusconi. Si sono innamorati dei diritti civili ed ogni giorno lo ricordano al segretario.

C’è chi va ancora più in là: ad esempio Giorgio Mulè, vice presidente della Camera, il quale non è d’accordo con la nuova legge sulle carceri suggerita dal ministro Nordio. Dice: “I suicidi dei detenuti aumentano, il 20 per cento di coloro che stanno in galera sono ancora in attesa di giudizio. In queste condizioni, perché insistiamo a stare ancora al governo?”

Parole pesanti che la minoranza, quanto mai spaccata, si divide e guerreggia sulle elezioni regionali e sulle intese che dovrebbero portare a quella che la destra definisce “una inutile ammucchiata”.

Non si trova uno straccio d’accordo in specie se si discute del voto regionale. Ognuno tira acqua al suo mulino.

Chi sarà il candidato della sinistra?

In Liguria, dopo il caso Toti, si presenta un braccio di ferro che non è di poco conto. L’ex ministro Orlando si è innamorato della carica da governatore e non molla la presa anche se deve nascondere qualche magagna a Elly Schlein.

Inciucia  con Giuseppe Conte, ma desidera che la manovra debba rimanere segreta. L’illusione dura lo spazio di un mattino. La segretaria del Pd gli fa tana e punta decisamente su altri nomi.

Pensa sopratutto alla Toscana dove il presidente Andrea Giani non è più il gran favorito. Però questo è un problema su cui si discuterà dopo.

Per l’Emilia e la Liguria   ha in testa due nomi, quelli di Matteo Biffoni e di Emiliano Fossi, che in verità non sono molto conosciuti dall’elettorato. Chi sono costoro, dicono con una certa ironia gli uomini e le donne che devono preferirli.

L’Umbria rimane per il momento fuori da questa diatriba, mentre Vincenzo De Luca vince da gran furbo qual è la battaglia per il terzo mandato.

In parole semplici, tanto per non essere smentiti, regna una grande confusione sia a destra che a sinistra, dove il sogno del campo largo non riesce a trovare una unità di impegni.

Matteo Renzi  tenta di ritornare nel giro in tutte le maniere, ma la base del Pd storce la bocca ed Elly si fa ancora più prudente. Diversa la situazione di Carlo Calenda che ha più possibilità del suo ex compagno di strada.

Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi e Sinistra, non ha peli sulla lingua: “Per il numero uno di Azione, si può andare alla ricerca di un dialogo; per Renzi lo escludiamo, chi si fida più di lui?”

Questo è il desolante panorama politico a due mesi o poco più dalle elezioni di ottobre-novembre. Se anche l’ex Giovanni Toti dovesse rientrare in campo (sia pure non personalmente), lo smarrimento degli italiani sarebbe tale da disertare ancora una volta le urne. Si vuole arrivare a questo?

 

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