Elezioni Sardegna, via allo spoglio lumaca ma niente exit poll dopo la figuraccia dell’ultima volta

Seggi riaperti questa mattina alle 7 per le operazioni di scrutinio delle schede elettorali in Sardegna dove ieri si è votato per eleggere il governatore e rinnovare il consiglio regionale. I componenti delle 1844 sezioni avranno 12 ore di tempo, sino alle 19, per completare tutte le attività con i risultati. Se ci saranno sezioni che non avranno concluso il loro lavoro, i plichi con tutte le schede e i registri saranno chiusi all’interno delle buste sigillate e saranno trasferite ai tribunali delle circoscrizioni territoriali che termineranno le operazioni e verificheranno tutti i risultati.

I primi, pochi, seggi scrutinati, danno in vantaggio la candidata del centrosinistra Alessandra Todde sul candidato del centrodestra Paolo Truzzu. Terzo incomodo l’ex presidente della Regione Renato Soru. Dati ufficiosi più corposi (ma sempre ancora non rappresentativi del quadro totale) vengono dal comitato di Todde: il centrosinistra sarebbe in vantaggio nei centri più grandi (Cagliari e Sassari in primis), e in svantaggio a Olbia. Tacciono i comitati di Truzzu e Soru. Quest’anno, del resto, niente exit-poll, per ragioni di opportunità, visto lo smacco della precedente tornata elettorale del 2019 quando i sondaggi effettuati all’uscita dei seggi rivelarono un inesistente testa a testa tra i candidati.

Non è previsto, lo ricordiamo, il ballottaggio ma un solo turno, vince il candidato più votato. Il premio di maggioranza prevede che alle liste collegate a chi superi il 40%, vada il 60% dei seggi, mentre tra il 25 e il 40% è previsto il 55%. Niente a chi non supera il 25% dei suffragi. Quindi, un unico turno, sbarramento, vince chi prende un solo voto in più, è prevista la doppia preferenza di genere ed è consentito il voto disgiunto.

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Warsamé Dini Casali