Elly Schlein cambia registro: troppo a sinistra stroppia? (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Probabilmente, ripetiamo probabilmente, Elly Schlein si è resa conto di quanti e quali siano i suoi veri nemici. Allignano in casa e non vedono l’ora di farla fuori. Però, avanzano con i piedi di piombo perché hanno imparato che in politica la fretta è una cattiva consigliera.
La segretaria corre ai ripari, lascia stare le frasi ad effetto e gli insulti come quelli pronunciati alla Camera contro Giorgia Meloni e fa un passo indietro o, meglio, innesta la retromarche e torna a parlare di problemi più concreti come la sanità, il lavoro, la disoccupazione, la fuga dei giovani all’estero, il carrello della spesa. Cioè, delle vere preoccupazioni del nostro Paese.
Perché questo ritorno all’antico? Come mai, Elly Schlein è diventata più prudente e la smette di correre troppo a sinistra perché è proprio lì che l’attendono i suoi amici-nemici? Ha forse letto le pagine di uno scrittore inglese, William Hazlitt, il quale ripeteva spesso il suo slogan preferito: “Sanno tutto, ma non capiscono niente”. Si rivolgeva a chi non la pensava come lui ideologicamente.
Forse certi uomini politici italiani farebbero bene a mandare a memoria quelle parole e comportarsi di conseguenza. Chissà se la Schlein abbia mai letto un libro di Hazlitt: se non lo ha fatto ne ha comunque imparato i concetti che le hanno indicato di essere più vicina alla realtà.
Una parte degli esponenti del partito democratico si augura naturalmente che la sua “rivoluzione” verso il rosso continui, di modo che abbiano facilitato il loro compito. Ma il fatto nuovo è che la segretaria ha aperto gli occhi e si è resa conto che è sbagliato percorrere una strada che finora non ha portato risultati.
C’è un primo punto su cui è bene riflettere perché ha la sua importanza.
L’associazione nazionale magistrati (accusata spesso di guardare troppo a sinistra) ha cambiato il vertice nominando Stefano Parodi segretario. Giorgia Meloni ha accolto con favore questa “svolta” e si è detta lieta di incontrarlo quanto prima a Palazzo Chigi.
Vuol dire poco o nulla questa elezione? E’ presto per fare previsioni azzardate, ma forse qualcosa di nuovo si muove. Potrebbe darsi che questa sia una “verità assoluta” che voglia significare la fine della guerra tra i due poteri dello Stato?
E’ bene non correre ed essere più prudenti perché i giudici hanno confermato lo sciopero che hanno proclamato per fine mese e forse le congetture esposte risulteranno fasulle. Però, per una volta, vediamo il bicchiere mezzo pieno e rimaniamo alla finestra.
Insomma, non siamo vicini a quello che negli Stati Uniti si chiama “shock and awe”, cioè scossoni e panico, ma non c’è dubbio che forse qualcosa si muove. Vorrebbe dire che in Italia si è tornati a riflettere ed a usare il raziocinio. Infatti, dove può portare un simile conflitto tra due poteri dello Stato che dovrebbero lavorare di concerto e non combattersi in maniera che il Paese abbia un futuro incerto?
Sta di fatto che, contemporaneamente, il braccio di ferro contro il procuratore Francesco Lo Voi continua. Chi è contro di lui vuole che venga trasferito al più presto, altrimenti potrebbe provocare altri guai. Due atteggiamenti che fanno a pugni.
In questo Paese chiamato Italia, dove, grazie a Dio, vige la libertà e la democrazia non debbono più verificarsi episodi come quelli avvenuti alle foibe di Basovizza, dove nel giorno del ricordo, sono stati scritte sull’asfalto frasi inqualificabili che hanno giustamente indignato la premier. Isoliamo questi bastardi e continuiamo a costruire un Paese che ha alle spalle una civiltà unica.