Probabilmente, anche a sua insaputa, Elly Schlein è diventata il “refugium peccatorum” di quegli uomini politici che, respinti dagli elettori e usciti dal grande giro, vorrebbero poter rientrare a gonfie vele nella casta che conta.
Il primo a non farsi sfuggire l’occasione è stato, come era prevedibile, l’astutissimo Matteo Renzi che non vuolr farsi sfuggire l’occasione di infilarsi nel campo largo, voluto a tutti i costi da una certa parte della sinistra. Pace con i grillini? Perchè no, se si vuole conquistare qualche poltrona importante?
Accordo anche con chi non hai mai avuto un feeling? Si può fare se non si vuole finire in un angolo.
Ad Elly non dispiacerebbe del tutto questa strada pur di trovare quella unità nella opposizione che sconfigga e mandi a casa il governo Meloni.
ML’iniziativa deve superare certi ostacoli che arrivano proprio dagli “amici” (si fa per dire) del partito democratico.
Questo gruppo ha un portabandiera che si chiama Gianni Cuperlo il quale vede come il sangue agli occhi l’ex presidente del consiglio . Dice: “Si possono stringere accordi con un uomo che una volta la pensa in un modo e il giorno dopo in un’altra?”
Ora, dopo il segretario di Italia Viva, eccone un secondo a fare la corte ad Elly. E’ quel Carlo Calenda che qualche anno fa stracciò in via del Nazareno la tessera del Pd perché riteneva impossibile governare con i 5Stelle. “Si morirebbe quarantotto ore dopo”, spiegava.
Da allora, il centrista Calenda (quanti sono i politici che inseguono tale opportunità?) non si è più riavvicinato ai dem. Ha costruito un suo partito (Azione), si è, presentato alle elezioni per il sindaco di Roma, ha riacceso una lampadina ormai spenta con Matteo Renzi.
Il sogno? Ricostruire quel movimento democratico che tanto successo aveva avuto con la Dc. Come sia finito quel patto lo conosciamo tutti. Forse si è spento ancora prima di fare i primi passi.
Pure alle europee, gli elettori hanno detto un secco no a Calenda e a quel punto il nostro si è trovato sperduto fra i tanti che entrano in politica rimanendo poi nell’ombra. Per fortuna, che c’è zia Elly a dare una mano agli sconfitti, volendo creare una opposizione che non escluda nessuno: la “grande ammucchiata” come la definisce la maggioranza.
E’ questa folla di partiti che rende difficile l’operazione: tutti contro la destra.” Ci sono chilometri di distanza tra gli uni e gli altri.
Renzi è inviso non solo ai grillini ed all’accoppiata Fratojanni- Bonelli, ma anche a quella schiera di democratici che non hanno dimenticato, ad esempio, la pugnalata ad Enrico Letta; oltre ai meno oltranzisti che non amano la rivoluzione della Schlein.
Eppure Elly ci crede. Ha un carattere “meridionale” e difficilmente fa un passo indietro se ha in amino un traguardo. Lei è convinta (a ragione) che la maggioranza non si sconfigge se non si è uniti. Lo dimostrano anche le elezioni più recenti. Mentre, una volta che si è rimasti tutti insieme, il risultato si è capovolto (Sardegna docet).
Ecco il motivo per il quale la segretaria sta combattendo pure se dovrà evitare il fuoco amico.
Allora, dentro Renzi, dentro Calenda, entrino pure tutti i cespugli che non vedono di buon occhio l’attuale esecutivo. La Schlein è categorica: “ In questa situazione bisogna mettere da parte i vecchi rancori e gli antichi dissapori. Dovremo studiare un programma che ci renda credibili agli elettori, perché la luna di miele con Giorgia si avvia al tramonto”. E’ vero o sono parole al vento? Gli ultimi sondaggi smentirebbero Elly, perché quasi il trenta per cento degli abitanti del nostro Paese la voterebbe ancora. Quindi, soltanto il tempo potrà dare una risposta ad un simile interrogativo.
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