Elly Schlein, tormenta continua. Le rogne sono come le ciliegie: una tira l’altra.
Passi per le bizze separatiste dello sceriffo don Vincenzo De Luca, la collera dei fuoriusciti, la trovata de una corrente dem targata Bonaccini, appena immatricolata a Cesena.
E passino pure le battutacce sulla sua triplice cittadinanza, il gratuito gossip sulla fidanzata Paola Belloni, l’ironia caustica sulla (costosa) consulente di immagine, alias armocromista. E la bufera delle elezioni perdute, il sarcasmo per un (presunto), patrimonio miliardario, le unghiate della Paoletta De Micheli, della Moretti e dell’emarginato Cuperlo, i sinistri scricchiolii nati sulla battaglia della maternità surrogata (Pd diviso), i suoi sondaggi “farlocchi”(dicono), le sue ingiustificate assenze dall’Aula, lo scontro con i Cinquestelle sull’Ucraina, un “campo largo “ che non vuol crescerete, i contestati vertici con 20 franceschiniani, la guerra zoppa ai “cacicchi e a tutti i capi bastone, tutela ingombrante “, la minoranza all’angolo, l’imbarazzante lezione-richiamo di Prodi (“Parlate agli italiani”). E ci fermiamo qui.
Sta circolando un velenoso dossier sulle responsabilità politiche ante-calamità. La ditta Bonaccini & Schlein non ne sta uscendo bene. Emergono lacune vistose. E ritornano le critiche su cosa si doveva fare e non è stato fatto.
Perché? Insipienza, negligenza, difettosa programmazione, sottovalutazione del rischio idrogeologico, o che altro? Incalza il consigliere regionale Marta Evangelisti e dice: ”La regione Emilia Romagna riconosceva necessarie 23 casse di espansione per limitare il rischio idrogeologico ma ne sono state realizzate soltanto 12, dimostrando così l’insufficienza di quell’intervento.
La regione ha utilizzato soltanto 1/3 delle risorse per gli interventi di messa in sicurezza idraulica. Occorre infatti ricordare loro come i fiumi esondati nel 2019 sono gli stessi esondati nel 2023 e che erano stati segnalati, alcuni addirittura già nel 2011.
Denunce ignorate perché contravvenivano a quel credo ambientalista che trovava nella vicepresidente dell’assemblea regionale Elly Schlein la sua paladina, la sua portavoce. Da notare che Elly aveva la delega proprio relativa al Patto per il clima”.
Scopo: evitare che Azione finisca nel Gruppo Misto. L’ex ministro sta tornando a sinistra e continua a mandare messaggi ai Dem. Il prestito ha dei precedenti ai tempi dei responsabili per Conte.
La senatrice Tatjana Rojc così torna alla ribalta, il suo nome è sussurrato di nuovo: potrebbe fare un piccolo passo verso (indietro) per garantire la sopravvivenza parlamentare a un alleato. Sullo sfondo c’è la spaccatura del Terzo polo con Italia Viva non più disposta ad essere attaccata di continuo dall’ex candidato a sindaco di Roma.
Con la Rojc (61 anni, lingua slovena, scrittrice) potrebbe affiancarsi Francesca La Marca – 47 anni, canadese – eletta nel collegio Nord Americano. Due prestiti destinati ad alimentare le polemiche.
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