“Dobbiamo dire con chiarezza che l’Europa serve. I singoli Stati da soli o le singole regioni non vanno da nessuna parte. L’Europa ha un terzo della popolazione della Cina o dell’India, dobbiamo essere uniti per poter contare e guardare al futuro. E dobbiamo avere un’industria attiva e produttiva.
“Serve l’acciaio, ad esempio. Dobbiamo fare delle navi per mandarle nel Mar Rosso a difendere la libertà dei commerci dall’attacco dei fondamentalisti Houthi che costringono le navi a fare il periplo dell’Africa con costi anche per i nostri consumatori. Tutti vogliamo un mondo meno inquinato, ma vogliamo anche un mondo in cui noi siamo vivi”.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha esposto in una serie di punti chiave la posizione sua e del suo partito sull’Europa. Ma, ha aggiunto, “in Ue non vogliamo l’agenda Timmermans o l’agenda Greta, vogliamo un’agenda dell’Europa”.
“Dobbiamo difendere la nostra agricoltura e ci vuole buonsenso anche nella transizione verso un traguardo ambientalista migliore. Noi vogliamo difendere la flora e la fauna, ma pensiamo anche alle politiche per la natalità e la famiglia. C’è una questione antropologica primaria, cioè la presenza dell’essere umano che va salvaguardata. Dobbiamo ricordarci che quando si parla di diritti, il primo diritto è quello alla vita, perché se non si è vivi non si ha nessun altro diritto. Quindi difendiamo anche il diritto alla vita in Europa.
“Dobbiamo riscrivere le regole sull’agricoltura, le direttive sulla casa e su altri temi, perché noi vogliamo un futuro di sviluppo e di crescita. Sulla rappresentanza italiana, abbiamo detto che il Partito Conservatore ha una storia nobile e importante e deve far parte legittimamente di una maggioranza nella quale invece non vogliamo che ci siano i Verdi.
Quando poi sento proporre Draghi, del quale ho pure una grande considerazione, penso che sia giusto che qualcuno si misuri con le urne. Il presidente Monti lo ha fatto, non ebbe particolare fortuna ma è sceso in campo e questo è un atteggiamento che va rispettato. Ho letto poi il nome di Enrico Letta. Ma non è che se uno perde le elezioni deve avere una poltrona a Parigi o a Bruxelles.
“All’inizio pensavo che avessero sbagliato Letta, invece si trattava proprio di Enrico. Non abbiamo bisogno poi di dire che la Lega e Fratelli d’Italia sono forze di governo. Lo sono nella realtà democratica e popolare italiana e europea. Con loro governiamo insieme regioni e territori. Quindi riteniamo che i paletti vadano messi da un’altra parte”.
“Vorrei ricordare a chi fa solo polemiche che noi abbiamo realizzato risultati economici importanti. Il PIL nel 2023 è cresciuto dell’1,3 e nel Mezzogiorno oltre questa media: in Sicilia del 2,2 in Abruzzo del 1,4, in Campania del 1,3. Sono i dati dello Svimez.
Scende il rapporto debito-PIL, c’è un record di occupazione al 62,3%, mentre la disoccupazione scende al 6,9%. Questi sono fatti. Non basta, lo sappiamo, ma questi sono fatti. Quando c’era la politica dell’assistenzialismo e del reddito di cittadinanza questi risultati erano molto peggiori.
Perché è l’impresa, l’economia produttiva che l’Europa deve difendere e incoraggiare e non soffocare, che può dare queste risposte. Noi vogliamo difendere le imprese e il lavoro, dalle spiagge delle nostre belle coste alle periferie industriali.
Vogliamo un’Europa dei popoli o un’Europa senza popoli, senza elettori e con l’astensionismo?
Il problema dunque se lo deve porre l’Europa prima ancora che i popoli. Il Presidente del Consiglio avrà sicuramente la capacità di difendere il ruolo dell’Italia. Il nostro Paese avrà il rappresentante nella Commissione europea che il governo italiano designerà, senza veti e senza barriere.
Io mi auguro anche che sia un politico, perché i politici hanno esperienza, hanno capacità di misurarsi anche con burocrati a volte un po’ rigidi. Sono convinto che avremo un portafoglio importante, che conteremo e peseremo nella prossima Commissione europea.
Ringrazio anche Antonio Tajani che è stato chiaro, e che andrà ad un altro vertice del Partito Popolare Europeo, dove noi contiamo e pesiamo. Dove facciamo gli interessi dell’Europa, ma anche gli interessi dell’Italia.
“Una difesa europea, quella che anche il generale Graziano ci indicava come obiettivo presiedendo il Comitato europeo di Difesa, ancora non c’è ma ci dovrà essere. Dobbiamo svincolare le spese per la difesa dai parametri e i limiti di bilancio e dobbiamo raggiungere il 2% che la Nato ci chiede rispetto al PIL ma dobbiamo farlo con una flessibilità diversa”.
E dobbiamo avere una politica seria per l’immigrazione. Noi vogliamo dare in Africa, col piano Mattei, un futuro a milioni di africani, non un seggio a uno solo che poi viene espulso dal partito che gli ha dato il seggio. Perché questa è stata la politica dell’immigrazione di qualcuno”.
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