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Europee con l’incubo affluenza, centrale il duello Meloni-Schlein ma tremano i piccoli partiti

Incubo affluenza alle Europee. Tira aria di un netto calo alle urne. Lo dicono i sondaggisti, lo temono i partiti. Gli assenteisti potrebbero essere la sorpresa del voto dell’8 e 9 giugno. Molti alla Europee prevedono una affluenza sotto il 50%. Dice Lorenzo Pregliasco fondatore di YouTrend: ”Il candidato imposto da Roma è vissuto come uno schiaffo dal territorio”. La campagna elettorale è vissuta sul duello Meloni-Schlein.

Un duello nelle piazze: Meloni a Roma ha tenuto il comizio finale di Fratelli D’Italia in Piazza del Popolo e ha detto che “il voto dell’8 e 9 giugno sarà un referendum tra due idee di Europa”. Ha aggiunto: ”Dicono che ormai le campagne elettorali e la politica generale si facciano soprattutto in rete e sui social. Non per noi. Per noi le campagne elettorali si fanno guardando le persone negli occhi. Noi non rinunceremo mai alla piazza perché vogliamo stare in mezzo alla gente, per ricordarci da dove siamo venuti.

La Schlein a Milano le ha risposto per le rime dicendo che “la nostra premier ignora le donne e cancella la libertà. Ha suggerito di aprire più asili nido per aiutare le famiglie”. E poi ha rimarcato il tema della sua campagna: salari da fame e tagli alla sanità che rendono più difficile curarsi. La segretaria dem ha rimarcato la sua idea di Europa: ”Vogliamo una Unione Europea basata sulla giustizia sociale”.

GIORGIA ED ELLY, SFIDA CONTINUA – Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno tenuto il centro della scena: nelle piazze, sui giornali, nelle “ospitate televisive”. Disponibili a tutte le ore. Con queste 2 mattatrici è rimasto ben poco agli altri. Salvini con Vannacci ha cercato di uscire dalla semi-oscurità infiammando piazza Duomo e sottolineando la sua volontà di costruire la pace. Conte ha gelato financo la platea degli industriali, riunita a Rapallo, dicendo che “il capitalismo è infetto”.  Poi ha fatto un tour nei teatri dall’esito incerto. Renzi ha cavalcato in tutte le occasioni un mantra: ”Il Pd appiattito sulla CGIL”. Calenda si è messo di traverso ed ha profetizzato. ”Il Governo si sgretolerà sull’Ucraina quando la Lega si sgancerà“. Angelo Bonelli, leader di Avs, ha litigato persino con Briatore.  Cateno De Luca si è lamentato per essere stato ignorato ed ha scritto a Mattarella: ”Noi zero minuti in tv, elezioni falsate”. Morale: tutti contro tutti.

EUROPEE, LA CABALA DEI RISULTATI – Fratelli D’Italia insegue il 26%, al Pd basta un 19% e c’è chi prega per avere un 4%. Il carroccio spera di confermarsi davanti a Forza Italia; Tajani vagheggia espressamente la simbolica quota 10%, Conte scalpita innervosito. Se il M5S risultasse troppo penalizzato dalle urne al di sotto del 15% il risultato potrebbe alimentare le tensioni viste anche divergenze in tema di politica estera e finanziamento degli armamenti all’Ucraina. C’è infine curiosità per vedere quanti dei 3 partiti sulla soglia del 4% – AVS, Azione, Sue – supereranno lo sbarramento. Tutti confidano di farcela, ma lo spettro dell’assenteismo incombe.

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