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Politica Italiana

Fitto o fotto, il dubbio di Schlein che paralizza la sinistra sotto scacco di Bonelli

Fitto o fotto, il dubbio di Schlein che paralizza la sinistra sotto scacco di Bonelli. Francamente certe indecisioni (o decisioni) di una parte della sinistra non si riescono a capire con tutta la buona volontà di comprendere la differenza che c’è tra maggioranza e opposizione.

Dunque, un ministro della repubblica italiana dovrebbe presto diventare un commissario europeo ed ottenere anche la nomina di vice presidente esecutivo alla corte di Ursula Von der Leyen.

Il prescelto si chiama Raffaele Fitto ed è attualmente, nel governo Meloni, il responsabile degli affari europei.

Fitto vice di Ursula: fieri? Macché

Raffaele Fitto parla in conferenza stampa – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)
Giorgia Meloni guarda avanti e ride mentre Raffaele Fitto le parla sui banhi del Governo al Senato-Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Dovremmo esserne fieri, noi italiani, senza distinzioni di sorta. Non si tratta di essere di destra o di sinistra: è il prestigio del nostro Paese quello che conta. Tanto basta per essere tutti uniti.

Invece no. Molti dubbi rimangono tra le forze politiche. Lo dimostra una vignetta di Giannelli apparsa sulla prima pagina del Corriere della Sera. La protagonista è Elly Schlein che, posta davanti al dilemma,  esclama: “Fitto o fotto”.

A dire il vero la segretaria non sarebbe contraria a votare “si”. Ma deve fare i conti con l’altra sponda della sinistra-sinistra che non è affatto dubbiosa. Lo spiffera soddisfatto Angelo Bonelli che sentenzia: “Non lo voteremo”.

Fascista, non lo votiamo

Per quale ragione? Riaffiora il vecchio interrogativo che sembrava essere stato accantonato dalla politica italiana. Niente affatto: “E’ un nostalgico e noi non possiamo accettare di votare per lui”. E’ un aggettivo che risuona spesso nelle aule del Parlamento. Vuol dire fascista ed in queste condizioni gli ultrà cari a Fratoianni e a Bonelli non possono tapparsi il naso e dargli il loro voto.

Fascista chi? Fitto? Suvvia non scherziamo dinanzi ad un problema così serio. Basterebbe leggere il curriculum del ministro per rendersi conto che le fake news non finiscono mai.

Nasce a Maglie, in Puglia, 55 anni fa ed è subito, fin da giovanissimo, un esponente della Dc, partito che non ha mai fatto comunella con il Msi di Giorgio Almirante e proseliti.

Nel 1990 comincia la sua ascesa quando Cossiga diventa presidente della Repubblica. Nel 1999 è deputato europeo con Forza Italia e poi ancora onorevole del nostro Parlamento e  ministro degli affari regionali quando la guida del Paese l’aveva raggiunta Silvio Berlusconi.

Il suo passaggio a Fratelli d’Italia coincide con l’ascesa di Giorgia Meloni ed è proprio lei, con l’intero esecutivo, a proporlo come commissario europeo al posto di Paolo Gentiloni.

Dove vedono il fascismo i contrari al nuovo incarico? C’è un solo momento della sua vita politica che possa avvicinarlo a Benito Mussolini ed ai suoi eredi? Assolutante no, eppure in Italia si dubita e si respinge in qualche modo il ruolo che ricoprirebbe in Europa  rendendo fiero qualsiasi italiano.

L’indipendenza è il sostantivo che deve imparare a memoria ogni esponente di Bruxelles. In parole più semplici, Raffaele Fitto dovrà diventare un cittadino europeo, scordando (non esageriamo) di essere nato in una regione del nostro Mezzogiorno.

Allora, l’interrogativo rimane: Perchè no?  Se quell’”accusa” viene smentita dai fatti per quale ragione una certa parte della sinistra non lo vuole? Tutto questo in un momento in cui l’Italia deve affrontare e risolvere tanti problemi.

E’ il pettegolezzo a volte a peggiorare la situazione. Si dà il caso che di recente Marina Berlusconi abbia invitato a pranzo nella sua Milano Mario Draghi, presente l’immancabile Gianni Letta. Di che cosa hanno parlato? Di economia e dell’agenda che l’ex presidente del consiglio ha presentato alla Ue.

Al contrario, si insinua   il dubbio che Marina voglia entrare in politica per cambiare Forza Italia e renderla assai più vicina al centro. L’appuntamento indispettisce Giorgia che “forse non era stata nemmeno invitata”.

Eccola l’Italia che vive di gossip e rende pagine di giornali al caso Sangiuliano- Boccia invece di essere orgogliosa che un suo ministro diventi un personaggio del vecchio continente che aspira giustamente a diventare nuovo.

 

Bruno Tucci

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