foto ANSA
Pace, una parola rilanciata dalle Europee. La galassia dei pacifisti alle urne di giugno è tosta e variegata. Colombe , bandiere arcobaleno, hasthag #pace, danno vita ad un’altra campagna elettorale. Partita la carica di loghi e candidati contro la guerra. Tutti dichiarano di volere una “pace giusta” purché essa non si traduca nella resa degli aggressori, come dice Calenda. Dunque la pace è diventata materia di contesa elettorale. Vediamo.
Sono tre i partiti che, più di altri, hanno voluto legare esplicitamente la parola pace nel logo. Eccoli.
M5S – Il partito di Conte sfoggia per l’occasione l’hasthag #pace. Giuseppi, depositando l’inedito logo, ha detto: ”Chi sceglierà di votare gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle sceglierà di mandare in Europa dei costruttori di pace”.
PACE TERRA DIGNITÀ – È la lista di Michele Santoro (capolista), la novità assoluta. Logo inequivocabile: la colomba che porta un ramoscello d’ulivo. Santoro ce l’ha fatta a raggiungere le 100 mila firme; traguardo infilato col contributo del giornalista romano Raniero La Valle (93 anni) e l’abruzzese Maurizio Acerbo, 58 anni, segretario nazionale della Rifondazione Comunista, bandiera di pacifismo e ambientalismo.
ALLEANZA VERDI-SINISTRA – Il partito di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (1 seggio a Strasburgo) nel simbolo, oltre ai nomi dei partiti, ha inserito una colomba e l’arcobaleno della pace. Ha detto Fratoianni: ”L’Europa avrà un futuro se sarà l’Europa della pace”.
Tre i partiti che hanno fatto ricorso alla pace e all’urlo “no war”, il neologismo adottato nel 2008 dai manifestanti contrari alla guerra. Tre partiti (spariti) con una lunga e corposa storia: la lista Pannella negli anni 90, i Verdi nei loro 34 anni di attività (esperienza conclusa nel 2021) e Sinistra Arcobaleno, leader Fausto Bertinotti, il raggruppamento (fallimentare) delle sinistre dissoltosi in tre anni. Oggi, facendo tesoro di quelle esperienze (così pare) il Pd sembra orientato a tenerne conto. E ha candidato tre pacifisti doc: Cecilia Strada, figlia di Gino (fondatore nel 1994 di Emergency con la prima moglie, Teresa Sarti); il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo (contrario alle armi all’Ucraina), e Marco Tarquinio, ex direttore di “Avvenire “, il quotidiano di ispirazione cattolica. Tarquinio giorni fa ha detto: ”Israele fa pulizia etnica”. Apriti cielo! “Tarquinio il superfluo” – come lo chiama il cerchio magico del Nazareno – sta mettendo in imbarazzo tutto (o quasi) il Pd. Ennesimo colpo di genio.
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