Adriano Galliani vince le elezioni suppletive per il Senato nel collegio uninominale Lombardia 06, in cui si correva per aggiudicarsi il seggio lasciato libero da Silvio Berlusconi morto il 12 giugno scorso. Il centrodestra si aggiudica nuovamente una delle sue roccaforti: i 55 i comuni della provincia di Monza e della Brianza che all’elezione di settembre 2022 portarono al Senato l’ex premier.
La vittoria arriva con il 20% delle sezioni scrutinate, ossia 171 sezioni su 739. Galliani, attuale ad del Monza calcio di proprietà della famiglia Berlusconi, era il candidato della maggioranza e conduce con 51,7% su Marco Cappato del centrosinistra, fermo al 38,2%.
Per anni, Galliani è stato il braccio destro di Berlusconi al Milan. E insieme, dopo la vendita del Milan, si sono lanciati nell’acquisto del Monza Calcio. E probabilmente tra i suoi votanti ci sono anche tanti tifosi che stanno vivendo il sogno del Monza in Serie A.
Marco Cappato, il principale sfidante di Galliani, è lo storico esponente radicale e volto simbolo dell’Associazione Luca Coscioni. Sostenuto da tutto il centrosinistra (Pd, Azione, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 stelle), Cappato è molto distante da Galliani. E infatti ha già ammesso la sconfitta inviando le sue congratulazioni a Galliani: “Sapevamo sarebbe stata una sfida molto difficile, della quale mi sono assunto pienamente la responsabilità, quindi anche della sconfitta. Ringrazio le centinaia di volontari e donatori che hanno reso possibile una avventura politica nella quale abbiamo dato voce alle urgenze reali del territorio, contro lo schieramento in forze dei vertici del governo e dei partiti di destra”, scrive sui social.
E a Monza si è registrato un crollo dell’affluenza. Ha infatti votato meno del 20% dei 702.008 degli aventi diritto, esattamente il 19,23%. Alle elezioni del settembre dello scorso anno votò il 71,05%.
E nella giornata di ieri (domenica 22 ottobre) si è votato anche in Trentino Alto Adige. Nella Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige fanno il pieno le destre di lingua tedesca e le liste anti-immigrati e no-vax. Fratelli d’Italia sorpassa la Lega, si aggiudica due seggi, pur non arrivando alle due cifre. L’Svp scende al 34%, i Freiheit raddoppiano i voti e sono il terzo partito dopo il Team K.
Appare ora complicato arrivare a una maggioranza e a una giunta. Svp, per ripresentare la chiacchierata alleanza con la destra italiana (Lega e Fratelli d’Italia) avrebbe bisogno di un ulteriore partito, forse dall’area tedesca.
Verdi e Team K, con un alleanza provinciale che si sposterebbe verso il centro-sinistra, sono meno appetibili da Svp perché non hanno eletto consiglieri italiani fra le loro fila e non potrebbero fornire dunque l’assessore italiano previsto (obbligatoriamente) dallo statuto di autonomia.
Restano fuori dal consiglio Centro Destra, Enzian, Forza Italia (che ora potrebbe non garantire alla Svp un seggio alle Europee nelle file dei Popolari) e il Movimento 5 Stelle.
Sono solo 5 i consiglieri italiani eletti in consiglio. Né il Team K né i Verdi sono riusciti a eleggerne uno. Gli unici italiani sono i due di Fratelli d’Italia (Marco Galateo e Anna Scarafoni), Christian Bianchi eletto con La Lega – Uniti per l’alto Adige, Angelo Gennaccaro eletto con La Civica e Sandro Repetto rieletto col Pd.
Fratelli d’Italia ora chiede alla Svp di governare insieme. Queste le parole di Alessandro Urzì, coordinatore regionale di FdI: “Il nostro successo grazie al governo Meloni mette l’autonomia in cassaforte. Con noi al potere sia a Roma che a Trento, il pragmatismo della Volkspartei sa di poter cogliere le opportunità migliori”.
Il leghista Maurizio Fugatti si conferma invece alla guida della Provincia autonoma di Trento. Fugatti arriva quasi al 52% dei voti incrementando di cinque punti il bottino che gli aveva consentito di diventare governatore per la prima volta nel 2018. Francesco Valduga, ex sindaco di Rovereto e candidato per il centrosinistra, si ferma al 37,5%.
Fugatti ha vinto prendendo con la lista Lega Fugatti Presidente il 13%. Pur essendoci il nome “Lega” c’è anche un chiaro riferimento a Fugatti anche nel simbolo. Nel 2018, la lista si chiamava Lega Salvini Trentino ed era al 27%. A questo risultato va aggiunto oltre il 10% per cento di Noi Trentini per Fugatti Presidente.
Fratelli d’Italia era all’1,48% nel 2018 ed era fuori dal precedente consiglio provinciale. Ora prende il 12%. Nonostante abbia moltiplicato per otto volte i voti, resta dietro la lista della Lega per 1.500 voti circa. Non c’è stato l’effetto sfondamento temuto in casa Lega. E Salvini esulta alimentando la sfida interna al centrodestra.
E dall’altra parte d’Italia si è votato anche a Foggia. Qui, sono stati chiusi alle 15.00 di oggi i seggi. Si è votato per la scelta del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale dopo oltre due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose.
L’affluenza finale (con una sola sezione che tarda ad arrivare) è del 60,38%. Un dato in calo rispetto a quello delle precedenti elezioni comunali del 2019 quando l’affluenza totale arrivò al 66,74%.
Subito dopo la chiusura dei seggi è cominciato lo spoglio delle schede. In caso di ballottaggio si tornerà al voto domenica 5 e lunedì 6 novembre.
In base ai dati (non ufficiali) provenienti dai comitati elettorali, su 11.174 schede scrutinate è in vantaggio Maria Aida Episcopo (centrosinistra) con il 53,3% dei voti, seguono Raffaele Di Mauro (centrodestra) con il 24,9%, Giuseppe Mainiero con l’8,5%, Nunzio Angiola con il 9,6%, Antonio De Sabato con il 3,7%.
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