E’ iniziata alle 11 la conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rimandata due volte per motivi di salute. “Mi devo scusare per aver rinviato due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti”. Raramente, ha sottolineato il premier, si è sottratta alle sue responsabilità.
Si parte con le perplessità sulla “Legge Bavaglio”, sollevata dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, che ha posto attenzione su un “emendamento che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria”, condividendo la posizione dell’Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che non ha preso parte per protesta alla conferenza. “Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato – ha proseguito Bartoli -; una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un’informazione libera”.
“Io penso che lei sappia che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell’opposizione su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L’emendamento riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un’eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un’iniziativa valida, forse non l’avrei presa, io non l’ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino”.
“Non ho ancora deciso se candidarmi alle europee “ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”.
“Io confido che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
“Sarò abbastanza breve perché voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire” a partire dagli “auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti: ci sono molte scadenze importanti, le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni. Siamo tutti molto impegnati”.
“Il governo sul Mes si è rimesso all’Aula e la ratifica è stata bocciata”. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
“Se la domanda è aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa. “Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno”, ha aggiunto. “Io non sono per aumentare le tasse, quest’anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica”. “Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell’economia quest’anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue”. “Io confido che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
“Mi impegno volentieri ad un confronto con Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta non lo farò stavolta”.
“Del piano Mattei non ha funzionato l’atteggiamento paternalistico che non aiuta nella cooperazione con i paesi africani. In Africa non va fatta la carità ma vanno costruiti dei rapporti di cooperazione e non predatori, difendendo il diritto a non emigrare. Il piano Mattei costruisce questa idea ed il mio obiettivo è che diventi un modello per gli altri Paesi. Ci sarà la conferenza Italia Africa tra poche settimana e quella sarà l’occasione per presentare il piano che poi si confronterà con il Parlamento. C’è il tema dell’energia che mette insieme l’interesse dell’Africa e dell’Europa. Ci sono progetti specifici che saranno presentati”.
“Le nuove regole sul patto di immigrazione sono migliori del precedente, c’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi a fare un lavoro di redistribuzione. I nostri hotspot erano pieni e noi abbiamo bloccato la possibilità di prendere persone che avevano passato il confine mentre gli altri paesi avevano bloccato la possibilità di redistribuire, ora per noi c’è un meccanismo di garanzia. Ma quel patto non è la soluzione non risolveremo i problemi dei migranti se pensiamo di gestirli solo quando arrivano. C’è un lavoro da fare a monte e che l’Italia non può fare da sola, tutto il G7 e prevalentemente l’Europa devono pensare all’Africa che è un continente potenzialmente ricchissimo ed una vittima di una destabilizzazione”.
“L’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri”, ha detto Meloni, rispondendo ad una domanda sui rilievi del Quirinale sul ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari. “Ho letto con grande attenzione la lettera del Presidente – ha detto Meloni – Per quanto riguarda gli ambulanti, il nostro intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni beneficiari avevano avuto con il rinnovo di 12 anni nel 2020 con quello di altri operatori che non lo avevano avuto per le difficoltà dei comuni”. Per quanto riguarda i balneari, “il governo per la prima volta ha iniziato un lavoro mai fatto prima con la mappatura, per verificare il principio della scarsità del bene, richiesto per applicare la Bolkenstein. Curiosamente in tutti gli anni nessuno ha ritenuto di farlo. Noi abbiamo proceduto celermente, ora l’obiettivo è una norma di riordino che consenta di intervenire sulla attuale giungla, in un confronto con la Commissione europea e con gli operatori, per evitare l’infrazione e per dare certezza della norma” che consenta di superare “le diffioltà per gli operatori e gli Enti locali”.
“Ritengo che non spetti a me dire che cosa dovrebbe accadere ma mi spetta dire qualcosa sulla gravità di quello che è accaduto: avere un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l’Italia vada in esercizio provvisorio con tutte le conseguenze oggettivamente un po’ di preoccupazione la mette”. Ma “la cosa più grave è la sfrontatezza con la quale questo giudice ritiene che sia normale farlo”.
“Io ho da chiedere alla sinistra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici. Mi aspetto una risposta da Elly Schlein”, ha detto la premier parlando del caso Degni. “Mi ha colpito molto che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole su questo tema: Paolo Gentiloni che l’ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa”.
Con il ministro Piantedosi abbiamo lavorato per mettere in sicurezza le comunità ebraiche e forse la cosa più intelligente da fare è far conoscere cosa sia Israele, quando ero ministro della gioventù avevamo attivato il servizio civile in Israele, cosa che ora ovviamente non si può fare. Ma è importante far conoscere Israele che è una realtà molto spesso vittima di stereotipi e forse aiutare i più giovani a conoscere la realtà può servire ad abbattere culturalmente il fenomeno tragico dell’ antisemitismo”, afferma il premier.
“Non vedo in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al Capo dello Stato e visto che noi abbiamo scelto non toccare i poteri del Capo dello Stato. Si crea secondo me un equilibruio che è un buon equilibrio, si rafforza la stabilità dei governi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa, a proposito della riforma del premierato. “QUesto non è un referendum sul governo o su Giorgia Meloni, ma su cosa deve accadere dopo”, ha aggiunto.
“L’Autonomia si tiene con il premierato, perfettamente. Oggi ci sono presidenti di Regione eletti direttamente che hanno una forza sbilanciata rispetto al premier. Ripristinare questo equilibrio è importante”. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa di fine anno. “Non credo nelle sperequazioni fra nord e sud, l’Autonomia non è togliere a una regione per dare a un’altra, ma stabilisce il principio che se tu gestisci bene le tue risorse lo Stato può valutare di darti anche altre competenze. Credo che questo possa essere un volano anche per il Mezzogiorno, non mi stupisce che a schierarsi contro l’autonomia siano quelli che spendono peggio i fondi Ue”.