Giorgia Meloni, una domenica a casa Trump. Viaggio a sorpresa della premier. In agenda anche il caso di Cecilia Sala, oltre ad altri due temi bollenti: dazi ed immigrazione. Nella residenza del tycoon a Mar-a -Lago (Florida) è presente anche Elon Musk, il braccio destro del prossimo presidente Usa (si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio).
Certo, sul tavolo il caso Cecilia Sala è il più urgente, scottante; oltre che il più delicato perché al centro di un intrigo internazionale. Senza dimenticare poi la sua seduzione mediatica. La giornalista romana, 29 anni, è in carcere a Teheran dal 19 dicembre con un’accusa vaga, banale, ridicola. È stata imprigionata nel famigerato carcere di Evin per poi essere usata quale “moneta di scambio” per ottenere la liberazione dell’ingegnere iraniano Abedini a sua volta incarcerato a Milano-Opera su mandato dell’America in quanto avrebbe violato disposizioni USA nell’acquisito di materiali elettronici.
GIOCO D’ANTICIPO DELLA PREMIER MELONI
Giorgia Meloni e i suoi più alti livelli di governo, sono convinti che è essenziale riuscire a risolvere la questione all’insegna della “ragion di Stato che è la tutela della cittadina italiana”, prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca in modo cioè di non mettersi in una posizione di conflitto con la nuova amministrazione e da far ricadere eventuali incomprensioni sulla amministrazione di Joe Biden.
PRIMA TRUMP POI BIDEN
Nella agenda di Giorgia Meloni ci sono gli incontri con i due leader USA: dopo Trump, Giorgia incontrera’ il presidente uscente degli Stati Uniti Biden che sarà a Roma dal 9 al 12 gennaio. Per Biden sarà una vera e propria visita di commiato, nella quale vedrà anche Papa Francesco e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel caso che non si dovesse trovare una soluzione già prima, anche a Roma si parlerà del caso Sala che si intreccia con la detenzione in Italia dell’ingegnere iraniano. Per Abedini il 15 gennaio è stata fissata l’udienza per la decisione se concedere o meno gli arresti domiciliari.
Si parlava da giorni di una missione della premier in Florida, prima cioè dell’Inaguration Day al quale fonti diplomatiche confermano che Meloni – pur invitata – ha deciso di non partecipare per non trovarsi troppo schiacciata sulle frequentazioni europee più sovraniste del neo presidente. Di qui il gioco d’anticipo.
UNICA SOLUZIONE: SCAMBIO DI PRIGIONIERI
Si fa strada la soluzione più gettonata. Ovvero lo scambio tra la giornalista e l’ingegnere iraniano alla faccia di ogni logica ricattatoria. L’Italia “non si deve umiliare davanti alla prepotenza illegale di un regime islamico crudele. Ciò costituirebbe un pericoloso precedente”, come ha detto Giuseppe Provenzano (Pd). D’accordo. Eppero’è più importante non abbandonare la giovane reporter agli ayatollah.