Grillo, Gasparri: giustizialista d’assalto indagato per reato voluto dai grillini
“Noi eravamo garantisti e siamo garantisti. Grillo era giustizialista all’assalto di tutti e ora è indagato per traffico di influenze” commenta il forzista Gasparri che continua:
“Casomai sarà innocente. Vedremo.
Hanno voluto il cervellotico reato di traffico di influenze e ora Grillo ne assapora le conseguenze.
‘Gioacchino fece la legge e Gioacchino fu appeso’, dice un vecchio motto riferito a Murat. Grillo forse ignora la storia, ma vive la cronaca del suo declino. In bocca al lupo. Come politico ha fatto danni e ha fallito. Come indagato forse gli andrà meglio.
Non urleremo contro di lui come fa lui contro gli altri. Ma non ci stracciamo le vesti per la sua fine”, conclude Gasparri
Perché Grillo è indagato
Come riporta l’Ansa
“Beppe Grillo, in cambio di contratti, tra il 2018 e il 2019, per fare pubblicità a Moby sul suo blog, il comico, stando a quanto era stato ricostruito nelle indagini, avrebbe inoltrato a parlamentari del M5S le richieste di aiuto avanzate dall’armatore, suo amico di lunga data, quando la sua compagnia era in crisi finanziaria.”
Si tratterebbe di richieste di interventi pubblici fatte da Onorato a Grillo che le avrebbe girate a parlamentari del M5S.
Sono accuse infondate, afferma il legale di Vincenzo Onorato
“Ancora una volta, non possiamo fare altro che ribadire che i rapporti tra Vincenzo Onorato e Beppe Grillo sono regolati da un’amicizia ultra-quarantennale e che tutto ciò che viene contestato trova riferimento in questo rapporto”. Ha spiegato il legale di Vincenzo Onorato, l’avvocato Pasquale Pantano, in relazione alla chiusura dell’inchiesta milanese a carico del patron del gruppo Moby e del fondatore dei Cinque stelle. “Siamo in grado di dimostrare l’infondatezza di ogni ipotesi di accordo di natura illecita e lo faremo, nel rispetto di chi ha condotto le indagini, nelle giuste sedi”, ha chiarito il legale.
Cos’è il traffico di influenze illecite
Il traffico di influenze illecite fu introdotto nel codice penale italiano nel 2012 dalla legge Severino per la prevenzione e repressione del reato di corruzione. Il ministro della Giustizia, nel Governo Monti era Paola Severino, da cui il nome della legge.
Col Governo Conte e col ministro Alfonso Bonafede nel 2019 fu poi introdotta la legge “spazzacorrotti” che inaspriva le pene per il reato di influenze illecite e ne ampliava l’ambito di applicazione. Per esempio vi includeva condotte prima riconducibili al millantato credito.