Caso Salis, sale lo scontro politico: Elly Schlein vorrebbe arruolare la detenuta (a Budapest) e candidarla alle Europee ed il Pd esplode. Un putiferio. Nelle chat (incandescenti) dei parlamentari del Nazareno c’è di tutto. Nervi a fior di pelle. Una chat emblematica: “Vogliamo fare i radicali? Ma ricordiamoci che la Salis non è Tortora. E del resto neanche Elly è Pannella”.
Insomma mettere in lista una attivista di estrema sinistra detenuta (in condizioni umilianti) e farla eleggere a Strasburgo, non è una trovata giudicata geniale. Certo, un posto a Strasburgo garantirebbe a Ilaria Salis la liberazione e l’immunità parlamentare e creerebbe un caso di “grandissima visibilità e impatto umanitario” come argomenta Alessandro Zan, uno dei principali sponsor della operazione. Schlein ne ha parlato con il suo giro più stretto, ha sondato la fattibilità e la convenienza politica della cosa e si è riservata di prendere una decisione. Nel Pd corre voce che “ se non lo facciamo noi, lo fanno i Rossoverdi o Santoro”. Un alto dirigente del Pd di area riformista si limita a dire che l’ipotesi della candidatura della detenuta “ è solo una boutade”. Nessuno però dal Nazareno ha finora smentito l’indiscrezione.
Due i temi caldi: la candidatura dei pacifisti e la “grana” Bonaccini. La Schlein è impegnata a togliere più voti possibile ai 5 Stelle di Conte; li vuole ricacciare ben sotto la percentuale del Pd e, per farlo, la segretaria dem si è convinta a “fargli concorrenza sul loro stesso terreno”. A cominciare appunto dal più ambiguo pacifismo: di qui la candidatura di Cecilia Strada di Emergency, una candidatura che serve a compensare quelle forti dei filo-Israele come Gori, Fiano, Maran. C’è poi il problema Bonaccini: il presidente del Pd e dell’Emilia Romagna vuole essere capolista nel nord-est dove la Schlein aveva perfidamente ventilato la candidatura di Annalisa Corrado sua fedelissima e ambientalista anti-tutto, paladina della “giustizia climatica” e della “conversione ecologica”. Un’altra brutta gatta da pelare. Ergo, cavoli amari. Insomma un impiccio. Si annunciano una Pasqua e Pasquetta di fibrillazioni.
Il quadro si complica. La segretaria dem ha difeso il sindaco di Bari Antonio Decaro e lo ha lanciato nella circoscrizione Sud, numero 2. Svelato in tv il numero 1, cioè la salernitana Lucia Annunziata, 73 anni. Il Pd napoletano non ha gradito la scelta “calata dall’alto”. E giù proteste. Tutto questo nel giorno in cui anche Italia Viva e + Europa hanno praticamente chiuso l’intesa sulla lista comune, mentre in casa 5 Stelle sono state rese note le regole che escludono dalla corsa chi ha già svolto due mandati come l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi ( da tempo in odore di scissione assieme a Di Battista), causa incompatibilità in campo col Pd. Il risiko degli schieramenti verso le europee sta agitando le acque oltre il prevedibile. Ne vedremo delle belle.