Con le improcastrinabili dimissioni del ministro Gennaro Sangiuliano, può dirsi chiusa la telenovela di fine estate oppure dovremo sopportarne altre puntate come nei feuilletons dei romanzi di appendice?
Il caso non è chiuso, ritiene la sinistra. Giorgia Meloni risponde: “Non ne parliamo più. Abbiamo tutelato l’esecutivo”.
La fiction ha per protagonisti due persone: il responsabile del ministero della cultura ed una giovane signora che, in un paio di settimane, è diventata una star inseguita da una scatenata informazione.
Questo ha poca importanza: sarebbero fatti personali che non dovrebbero in alcun modo coinvolgere l’opinione pubblica. Invece, è successo il finimondo finché il ministro, complice una vecchia volpe della politica come Giorgia Meloni, non ha gettato la spugna.
“Preferisco dedicarmi a mia moglie, la politica per il momento non mi vedrà più”, si difende il ministro.
Questa ultima confessione ne aveva una precedente fatta al tg1, cioè a milioni di persone. Sangiuliano ha cercato di proteggersi portando prove documentali che lui pensava potessero farlo uscire dalla bufera. No, è avvenuto l’esatto contrario perché quei diciassette minuti davanti alle telecamere gli hanno fatto più male di quanto ne potessero immaginare i suoi nemici.
Davvero è impensabile come un ministro della Republica sia caduto in un tranello simile. Si dice che a spingerlo in tv quella sera sia stata proprio la premier che già sentiva puzza di bruciato per il suo esecutivo: “Vai al tg, spiega quel che ti è capitato e poi ne riparliamo. Per il momento dimissioni respinte”.
Un altro errore in questa incredibile vicenda dal sapore falsamente romantico. Giorgia Meloni ha creduto di prendere tempo fidandosi dell’intelligenza del suo collaboratore.
Male, perché dopo quella interminabile intervista fattagli dal direttore del tg1, Sangiuliano ha peggiorato la situazione. Ha detto di essersi invaghito della sua consigliera, Maria Rosaria Boccia (piuttosto bellina con l’aria furbetta di chi ne sa una più del diavolo) ed ha chiesto scusa in diretta alla moglie tradita così platealmente.
La telenovela, però, non era che al primo atto, ne sono seguiti altri che hanno messo al tappeto il napoletanissimo ministro. Durante quel periodo di lavoro insieme, i due sono stati quasi inseparabili ed alla Boccia sono state “affidate” carte di notevole importanza.
Non solo, ma c’è chi ha chiesto da chi sono state pagate quelle trasferte, talvolta con l’auto della scorta di Sangiuliano.
“Soldi miei”, ha replicato lui, mostrando le ricevute dei biglietti aerei e delle ferrovie. Sarà la Corte dei Conti a verificare i fatti. Certo, se il ministro ha mentito la situazione per lui peggiorerebbe e non di poco.
Insomma, un tranello studiato dall’avvenente signora che voleva essere assunta con un contratto al ministero della cultura.
Le indiscrezioni si susseguono, si scopre che la dottoressa Boccia era riuscita ad entrare a Montecitorio nel Transatlantico e altrove, dove aveva filmato e registrato (con occhiali ultramoderni) alcuni discorsi di “notevole interesse” (così si dice) che avrebbero potuto servirle in futuro.
Non si sa mai con i politici, vatti a fidare di loro. Una principiante o una furba arrivista? Ecco perché assisteremo ad altre puntate di questa telenovela.
L’opposizione si frega le mani per avere avuto un’altra opportunità di attaccare il governo e più precisamente la premier accusata di non essere in grado di guidare il Paese.
Accortasi del guaio, Giorgia Meloni ha obbligato Sangiuliano a dimettersi e a trovare un’ora dopo il successore, il giornalista Alessandro Giuli.
Quindi, aveva organizzato già tutto ed in pochi minuti il caso poteva dirsi chiuso. Knock out del ministro e nomina del nuovo in una manciata di ore, forse di minuti.
Da questa vera e propria fiction che nemmeno i più prestigiosi autori avrebbero potuto disegnare ne escono tutti con le ossa rotte: la premier innanzitto, finita ed ancora non uscita dall’occhio del ciclone; Sangiuliano che per un lungo periodo dovrà rimanere in anticamera sperando di venirne fuori al più presto; la Boccia perché difficilmente in futuro troverà qualcuno che si fidi di lei. Ecco perché la telenovela non finisce qui, forse siamo solo alla prima puntata. Purtroppo. Quando ci occuperemo dei tanti problemi del nostro Paese?
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