E anche questa settimana, nel nostro bizzarro e triste Paese, ne abbiamo viste di ogni: c’è chi si è fatto un selfie durante l’alluvione, c’è quel geniaccio che, ubriaco, ha tamponato i carabinieri mentre fermavano un’altra persona, anch’essa ubriaca e ci sono anche tutte le varie vicende legate alla manovra finanziaria. Senza dimenticare anche il buon Claudio Lotito che, interrogato sui suoi “riposini flash” al Senato, ci ha sorpreso con un memorabile: “Non è vero che mi addormento sempre. Chiudo gli occhi per concentrarmi meglio”. E questo solo per parlare della nostra Penisola. Ma andiamo a vedere la consueta top ten delle cose più folli avvenute in settimana.
Al decimo posto c’è la storia di quella povera donna malese che, dopo essersi presa cura per anni del marito paralizzato, alla fine, quando lui è guarito, è stata scaricata per un’altra. Povera donna.
Al nono posto, facendo girare il mappamondo, bisogna tornare a quella follia che è il centro migranti che abbiamo allestito in Albania. I poliziotti, in questi giorni, hanno infatti raccontato che la loro situazione non è proprio delle migliori. Sono alloggiati, dicono, “in camere prefabbricate, poste al piano superiore della struttura, raggiungibile percorrendo una scala metallica esterna (tipo scala d’emergenza), prive di oggetti d’arredo essenziali (mancano dallo spazzolone per il water alla TV) e condivisi con altri”. Proprio ieri Tajani ha paragonato il centro a un hotel a 3 stelle. Chissà cosa ne pensano loro, i poliziotti.
All’ottavo posto troviamo un aeroporto neozelandese che ha affisso un cartello per vietare gli abbracci più lunghi di tre minuti. Chissà come verrebbe accolto un cartello simile, in Italia.
Per il settimo posto si va nello spazio, precisamente su Marte. Sul pianeta rosso, infatti, un certo Joe White, osservando delle foto, sostiene di aver scorto i resti di un’antica città. Secondo Joe, questa città, larga quattro chilometri, sarebbe sepolta sotto 15 metri di sabbia. “Molti degli edifici più piccoli sono sepolti – spiega – ma si possono vedere rovine più grandi: strade rialzate, muri e incroci a T ovunque. Strutture all’interno di complessi recintati. Da come la descrive Joe, questa città sembra comunque più organizzata di Roma.
Al sesto posto troviamo tutte quelle persone che, mentre Bologna si allagava, hanno deciso di farsi un bel selfie con il torrente in piena alle spalle. E poi ci si domanda perché vengono votati certi politici.
Al quinto posto il mitico Claudio Lotito. Il presidente della Lazio, o senatore di Forza Italia se preferite, incalzato sui suoi sonnellini improvvisi, ha negato tutto: “Non è vero che mi addormento sempre. Chiudo gli occhi per concentrarmi meglio”. Come non dargli ragione.
Al quarto posto non possiamo non citare la storia del canone RAI che, almeno per ora, secondo la manovra dovrebbe risalire da 70 a 90 euro. Resta poi da vedere quel che succederà in Parlamento.
In ogni caso, non possiamo non rispolverare due ottimi Matteo Salvini e Giorgia Meloni d’annata. Nel 2022 Salvini prometteva: “Come Lega ci prendiamo un impegno: dall’anno prossimo, zero canone Rai in bolletta”. Nel 2014 Meloni tuonava: “Credo che il canone Rai vada eliminato; inserirlo in bolletta è un abuso.” Detto, fatto.
Al terzo posto troviamo il 19enne che, ubriaco, ha tamponato una volante dei carabinieri, la quale aveva fermato poco prima un’altra persona, ovviamente anche questa ubriaca. Per fortuna nessun altro ubriaco ha poi tamponato il 19enne.
Sul secondo gradino del podio non possiamo non citare le pensioni minime. Diceva Antonio Tajani poco prima dell’approvazione della manovra: “Tra gli obiettivi, dobbiamo incrementare le pensioni minime. L’obiettivo finale è arrivare a mille euro entro la fine della legislatura”. Al momento, però, l’aumento calcolato dai sindacati è di dieci centesimi al giorno: tre euro al mese, dai 614,77 euro attuali ai 617,9 nel 2025. Di questo passo, sarà dura arrivare a mille euro al mese. Ma come non dare fiducia ad Antonio Tajani.
Al primo posto la vicenda dei rider che, malgrado l’alluvione, le allerte e gli avvisi del Comune, hanno dovuto continuare a lavorare a Bologna. “La pioggia era veramente forte – ha raccontato uno di loro al Corriere – ma a nessuno sembrava importante. Non ho ricevuto neanche una parola di incoraggiamento o una pacca sulla spalla. Figuriamoci la manica. La gente pensa solo a sé”. Ecco, finalmente, l’Italia vera. Migranti in Albania? Accise? Ma chi se ne frega. Su una cosa gli italiani davvero non transigono: il diritto alla pizza. Qualcuno dirà: ma se non avessero lavorato, non avrebbero guadagnato. Già, in effetti è normale lavorare durante un’allerta meteo, un’alluvione e malgrado gli avvisi del Comune. In Italia, ormai, evidentemente non siamo più abituati a lavori con contratti dignitosi e tutele minime. Che cose antiche, queste tutele. Iniziate ad abituarvi a questo nuovo, bellissimo, anzi, bellissimissimo mondo.
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