In Italia, e nel mondo tutto, forse abbiamo sottovalutato un problema serio: il bipolarismo. Non quello politico, ma proprio quello psicologico. A volte, a ripescare dagli archivi e a confrontare le dichiarazioni dei vari personaggi della politica, e non solo, con quel che dicevano nel passato, vien da ridere. O forse piangere. Nella settimana della manovra, della maternità surrogata, dei migranti spediti in Albania e poi ripresi in Italia, insomma, abbiam accatastato sui nostri scaffali ritagli su ritagli. Ma, bisogna ammetterlo, non sono mancate anche alcune perle dall’estero. Ecco quindi il meglio del peggio di quel che è accaduto in questa settimana nel globo terracqueo e nei suoi dintorni.
Capitolo decimo posto. Capitolo maternità surrogata. Mercoledì il Senato ha dato il sì definitivo alla maternità surrogata come reato universale. Tutto molto bello. Se non fosse per quel piccolo particolare: Elon Musk. Già, proprio lui. Sì, il multimiliardario, sì, quello che a New York, tra le fanfare delle agenzie, ha premiato la nostra Giorgia Meloni. Beh, in effetti, Musk, raccontano le cronache, avrebbe almeno un figlio nato con la maternità surrogata. Forse due. Chissà quindi se il prossimo anno la Meloni lo inviterà ancora ad Atreju. Magari lo ospiterà con delle manette pronte all’uso. Così, per dire.
Capitolo manovra finanziaria. Qui, impossibile non citare la storia delle accise. In manovra, infatti, da quel che si è capito, aumenteranno le accise sul diesel. E qualcuno ha ritirato fuori quel fantastico video della Meloni alla pompa di benzina. La futura premier allora tuonava: “È una vergogna. Non solo chiediamo che non aumentino le accise (…). Pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite”. Detto, fatto. Accise aumentate.
Ma restiamo nei dintorni della manovra. Non si può non citare quando Salvini urlava: “Al primo consiglio dei ministri cancelleremo la Fornero“. Correva l’anno 2018. Ad oggi, il nostro, non deve ancora aver partecipato a nessun consiglio dei ministri. Peccato.
E saliamo al settimo posto, dove troviamo la questione Fitto e dintorni. Già, Fitto.
Martedì, al Senato, rivolgendosi alle opposizioni, la Meloni ha detto che anche loro dovrebbero appoggiare la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione perché, in fondo, “è quello che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura all’atto della nomina di Paolo Gentiloni”.
La stessa cosa. Per esempio, la Meloni, parlando di Gentiloni, all’epoca disse: “Il M5S li fa rientrare dalla finestra con l’inciucio. Il 9 settembre tutti in piazza Montecitorio per mostrare il nostro dissenso verso il governo degli inciuci e delle poltrone!”. Anche Fitto si schierò, d’altronde, con Gentiloni: “Nominare il presidente del PD, partito ridimensionato alle Europee, è il sovvertimento della democrazia: chi perde le elezioni governa e nomina il Commissario UE”.
Non possiamo non citare poi Donald Trump. In quella follia che è la campagna elettorale del repubblicano, Trump ha parlato dell’operazione Aurora per la deportazione dei migranti: “Annuncio che, una volta entrato in carica, avremo un’operazione Aurora a livello federale per accelerare le rimozioni di queste gang selvagge”. Forse li porteranno in Albania.
A proposito di Albania. A proposito di barzellette. Mercoledì la nave Libra della Marina Militare ha portato in Albania sedici migranti. Sembrava l’alba di una nuova èra. Almeno per quelli di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia. Finalmente, avranno pensato, libereremo l’Italia. Ma qualche ora dopo i giudici invece hanno fermato gli entusiasmi italici: i migranti devono tornare. E niente, sono tornati. Costo dell’operazione? Forse meglio non saperlo. Insomma, una barzelletta. Una costosa barzelletta.
Due notizie davvero molto simpatiche dall’estero.
In Afghanistan i sempre più moderni e aperti Talebani hanno vietato la pubblicazione di immagini di esseri viventi sui media. Che a volte, visti i video di Salvini su Tik Tok, non potrebbe essere una cosa così malvagia.
In North Carolina, invece, alcune milizie complottiste hanno costretto gli uomini della Protezione civile ad interrompere i soccorsi post uragano Helen. I complottardi, infatti, dopo aver letto sui social che l’uragano in realtà era stato creato dai democratici per soffiargli le terre hanno iniziato a gironzolare armati. Tutto vero, tutto avvenuto nell’anno del signore 2024.
Ma sul podio non potevamo non citare il professore fantasma con un record invidiabile di ben 550 giorni di assenza. In ruolo dal 2011, il docente di diritto aveva giustificato le proprie assenze con certificati firmati da oltre quattordici medici diversi. Quando si dice la costanza.
Al primo posto di questa invidiabile classifica vogliamo non citare Steven Seagal?
Il 72enne attore statunitense, dal 2016 cittadino russo, nella sua ultima fatica, un documentario girato nelle zone occupate dai russi in Ucraina, ha scritto una lettera a Vladimir Putin: “Ora vedremo quali sono i nostri compatrioti e i nostri amici e quali sono i nostri nemici. Io sarò sempre dalla parte del mio presidente e combatterò al sul fianco. Sono pronto a morire se necessario”.
E le sue parole sono state prese alla lettera nella sua nuova Madre Patria. Il partito “Veterani di Russia” infatti lo ha subito accontentato: “Vorremmo offrirle tutto il sostegno necessario in caso decidesse di prendere parte all’operazione speciale”. Chissà se partirà. In caso: buon viaggio, Steven.