Promessa o minaccia? Dipende. Elly Schlein, con postura sfidante e tono anche un po’ arrogante, ha comunicato-invitato-ammonito: “Mettetevi comodi, sono qui per restare”. Promessa o minaccia? La prima, elementare, considerazione cui questo annuncio rimanda è del genere scuse non richieste, cioè quasi una confessione. Ci mancherebbe altro che dopo tre mesi e una, una sola sia pur pesante, sconfitta elettorale il Pd muova a cambiare la segretaria appena eletta. Neanche il Pd può farcela a raggiungere questa performance. Ma forse, probabilmente, la comunicazione della Schlein è più ambiziosa riguardo alla platea dei destinatari, forse il “mettetevi comodi, io sono qui per restare” (sottinteso ma chiarissimo: per restare così come sono, granitica e immutabile) è rivolto all’intera comunità politica, al paese, alla nazione, agli elettori, alla pubblica opinione.
E allora diventa più facile e meno genericamente relativo rispondere se il qui resto e niente e nessuno mi smuove manebimus optime di Elly Schlein sia promessa o minaccia. Del se resti o meno salda alla segreteria del Pd importa relativamente poco al paese, alla nazione, alla gente. Del se resti impavidamente costretta nel suo habitat culturale anche nella strategia e azione politica è invece cosa che appunto, ad annunciarla, suona come promessa per i più e minaccia per pochi.
Le armi che si fabbricano e si pagano da sole
E’ arduo trovare una definizione davvero calzante della posizione della Schlein sulle armi all’Ucraina. L’ultima rimanda con tutta chiarezza all’opportunità di armi che si fabbricano e si pagano da sole. Senza scomodare i sepolcri imbiancati, siamo ben oltre. Dunque in sede Ue il Pd non si oppone all’invio di armi all’Ucraina, armi europee. Però fermamente si oppone a che queste armi, nel caso specifico munizioni, siano pagate in soldi europei. Superata così di gran lunga la categoria concettuale e il protocollo operativo riconducibili sotto la specie ipocrisia. Qui si è già in terra di patologia psicotica se mai la politica potesse avere una sua leggibilità con psicologiche, anzi psichiatriche lenti. Ma così non è, fosse roba da matti sarebbe meglio, molto meglio.
Le armi sì all’Ucraina ma, siccome le armi è parola da turpiloquio nel dizionario del politicamente corretto, devono essere armi e munizioni che la Ue invia sì ma non compra, non paga con i soldi suoi. O almeno, e qui il peggio sfocia ineluttabilmente nel peggio del peggio, non con i soldi che servono a ben altro, con i soldi che sono già “roba” nostra, non con i soldi delle partite già assegnate della spesa pubblica. Le armi e le munizioni per l’Ucraina da comprare e pagare con i soldi di nessuno è concetto ed etico sentire parente non tanto dello “un po’ incinta” quanto dello “non con i miei soldi” inteso e praticato come non c’è nulla che valga spenderli più del mio interesse. Quella della Schlein sulle armi all’Ucraina è astuzia da “furbetti del parlamentino” ma è soprattutto la gridata, rivendicata, orgogliosamente esposta cultura ed etica per cui non c’è nulla per cui valga davvero la pena combattere. Mirabilmente riassunto e declinato in un “c’è la guerra, e io mi scanso” del Pierino della barzellette alle elementari, massimo medie.
Maternità surrogata in carico al Servizio Sanitario?
Oggi farsi fare, su commissione, un figlio in maternità surrogata o utero in affitto (entrambe le definizioni sono corrette) costa circa 140 mila dollari, prezzi Usa. Elly Schlein si è detta personalmente favorevole al diritto di farsi fare un figlio da qualcun altro, anzi altra. Nella cultura ed etica della Schlein desiderio, voglia, bisogno sono sinonimi di diritto. Quindi se uno, due di qualunque identità sessuale si sentano incontrano un terzo, anzi una terza e contrattano e concordano: tu ci metti l’utero, la gravidanza e il parto, io/noi prendiamo il neonato, tu prendi il pagamento del servizio offerto e prestato, questo è cosa buona e giusta perché soddisfa desiderio, voglia, bisogno. Una perfetta declinazione in campo biologico del “prima io”. Ma, siccome Schlein è di sinistra, e siccome costa 140 mila dollari, per farla “democratica” la Schlein proporrà, proporrebbe di inserire la maternità surrogata o utero in affitto nelle prestazioni universali pagate dal Servizio sanitario nazionale?
Meloni sì che si mette comoda
Il renzismo è stato vissuto dal Pd come un Covid patito senza vaccino. Con tutta evidenza il Pd continua a soffrire di long covid. Sotto forma di sopravvenuto foto fobia e intolleranza per tutto ciò che non sia al sapore dell’anti sistema e dell’alternativo. Elly Schlein segretaria votata a favor di primarie e a furor di opinione lì votante è effetto collaterale del trauma, della patologia e della persistente sintomatologia. Apprendere della ferma volontà della Schlein di condurre e mantenere il Pd dove e come sta quanto a identità culturale ed etica prima ancora che politica è per Giorgia Meloni un potersi sì mettere comoda. Almeno per quanto riguarda i problemi che le possano venire dal Pd della Schlein, Meloni può mettersi comoda e sentirsi rassicurata dal giuramento di persistenza e immobilità della Schlein.
Comoda e con i pop corn la Meloni. E’ stato Matteo Renzi a suo tempo a coniare la formula che applica la spensieratezza rilassata del pop corn mangiucchiato mentre si assiste allo spettacolo dell’avversario politico che si incarta, danneggia da solo e va fiero della sua impotenza. Ecco, il “mettetevi comodi”, io non mi smuovo intimato da Elly Schlein a tutta la politica italiana è una promessa per Meloni e la Destra e il governo, cui nel caso resta l’unico vero minaccioso rischio: che scarseggino i pop corn.