Politica Italiana

Il Movimento 5 Stelle canta “Vinceremo”, Trump esulta “Vinceremo”, Mussolini disse “Vinceremo” e finì male

Una manifestazione, quella di ieri del Movimento 5 Stelle contro Trump, la guerra, il riarmo, con decine di migliaia di persone in festa: un oceano Pacifico, come titola stamane un giornale.

Giuseppe Conte è euforico: “Questa è la vera alternativa alla destra. La luna di miele della Meloni costruita sulle bugie è sul viale del tramonto”.

Insomma, lo si direbbe un grande successo, ma il campo largo dov’è? Si è perso per la strada, illudendo per l’ennesima volta Elly Schlein.

Non c’era Carlo Calenda, non si sono visti i renziani (qualcuno li ha scoperti facendo tana?), ma soprattutto manca lei, la prima donna di via del Nazareno.

Schlein non va dal Movimento

elly schlein giuseppe conte del Movimento 5 stelle elly schlein giuseppe conte del Movimento 5 stelle
Conte chiama Schlein: “Spero di incontrarla sabato in piazza”, alla manifestazione M5S “No al riarmo” (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Non va all’appuntamento perché ha paura che i suoi amici-nemici del Pd la stritolino, perciò resta a casa. Al suo posto manda una delegazione del Pd, guidata da Francesco Boccia che fu ministro nel Conte 2. E’ imbarazzato quando i giornalisti gli chiedono spiegazioni sull’assenza di Eddy. Dribbla la domanda: “Quando c’è una piazza il Pd è sempre presente”. Che cosa voglia dire lo sa soltanto lui.

Da ieri è, dunque, cominciata ufficialmente l’egemonia del centro sinistra. Da una parte Giuseppe Conte, forte dei suoi centomila che hanno sfilato per le vie di Roma; dall’altra una Schlein che deve barcamenarsi tra le innumerevoli correnti del Pd che non gradiscono (non tutte in verità) la sua rivoluzione a sinistra.

L’avvocato del popolo è convinto che alla fine vincerà lui, perché non ha chi lo contesta nel movimento, al contrario della Schlein che deve sudare le proverbiali sette camicie per rimanere a galla.

Conte esulta

Ai suoi fedelissimi il leader dei pentastellati confida: “La destra deve capire con chi deve dialogare. Siamo noi gli unici a poter contrastare il passo ad un esecutivo che fa acqua da tutte le parti”.

Ma i numeri dove sono per dettare legge? Il Pd è fuorigioco finchè non si chiarisca dove vuole andare; rimangono i gemelli Fratoianni e Bonelli e qualche altro cespuglio di nessun conto. Per cui è praticamente impossibile fare guerra ad un esecutivo che, sia pure tra mille contradizioni, marcia spedito.

I sondaggi lo confermano settimana dopo settimana. Non c’è dubbio che la tempesta sui dazi, potrà dare molti grattacapi alla Meloni, la quale, però, continua a sostenere che in circostanze del genere si devono usare la diplomazia e il buon senso. Il muro contro muro potrebbe voler significare sbattere contro una barriera invalicabile.

Ritenere che la premier non abbia nemici sarebbe un controsenso. Dal palco dove parla Giuseppe Conte (con a fianco il giornalista Marco Travaglio, il quale dovrebbe ricordarsi il principio sacrosanto della terzietà dell’informazione) tuona contro la Meloni del tutto impreparata dinanzi allo tsunami voluto da Trump. “Non sa più quale strada prendere: se stare con gli Stati Uniti, cioè con Donald, oppure con Ursula von der Leyen che vorrebbe spendere 800 miliardi di dollari per il riarmo”.

Al “grillino” Giuseppi fa da spalla Romano Prodi il quale è convinto che la Meloni fa la parte della “serva dei due padroni”, scordando forse che a vincere alla fine è proprio Arlecchino. (Goldoni è dimenticato da un padrino dell’Ulivo troppo impegnato forse a defenestrare la Schlein).

Che cosa succederà domani è impossibile dirlo. Chi avrebbe potuto prevedere una tempesta del genere? Si sosteneva: “Trump fa il bullo, ma vedrete che in fondo, farà una impopolare marcia indietro”.

Comunque vada, il problema è il futuro, cioè come potrà comportarsi l’Italia dinanzi ad un simile sfacelo. Purtroppo, le idee sono tante e nei Palazzi si continua a litigare invece che andare alla ricerca di un denominatore comune che possa aiutare la ripresa e il crollo della borsa.

La situazione economica è quella che è: non ci si può illudere di fare passi falsi e rimanere a galla. Né aver fiducia in una parte degli americani i quali cominciano a storcere la bocca per le iniziative di Trump che stanno danneggiando anche le imprese degli Stati Uniti.

Con calma il super presidente risponde al popolo: “tranquilli, alla fine VINCEREMO”. Chi ha i capelli bianchi come il sottoscritto ricorda quel verbo usato al futuro nella seconda guerra mondiale. Era scritto su tutti i muri nelle principali città del nostro Paese. Quale fu l’esito finale è superfluo ricordarlo.

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Bruno Tucci