“Il governo italiano non ha fatto quello che doveva fare“, si legge nella lettera scritta da Roberto Salis, padre di Ilaria, l’attivista italiana in carcere a Budapest l’11 febbraio 2023 perché accusata di aver partecipato all’aggressione di alcuni neo nazisti che avevano preso parte al “Giorno dell’Onore”.
“Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto – spiega all’ANSA Salis – E’ il garante della Costituzione e l’articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare“.
Intanto bisogna aspettare che la Corte metta per iscritto l’ordinanza pronunciata l’altro ieri, cioè il respingimento dei domiciliari per Ilaria Salis. “Ci vorrà qualche giorno dopo le feste di Pasqua. Subito dopo, e sicuramente entro i termini fissati, noi presenteremo il ricorso contro questa ordinanza alla Corte d’appello che ha già emesso una sentenza a nostro favore, riguardo la traduzione di tutti gli atti del processo in italiano”. Così l’avvocato Gyorgy Magyar sui tempi del ricorso. Magyar ha rifiutato di fare ipotesi per i tempi della sentenza sull’appello.
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