Ilaria Salis candidata alle Europee, Ungheria: “Se eletta non sarebbe la prima criminale all’Eurocamera”

“Una battaglia in difesa della democrazia, della Costituzione e per l’Europa”. Così i leader di Alleanza verdi e sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, definiscono, in una conferenza stampa alla Camera, la decisione di candidare Ilaria Salis alle prossime Europee nel collegio del Nord-Ovest. Insieme a loro c’è anche Roberto Salis, il padre della giovane che è detenuta da 15 mesi in Ungheria.

La conferenza si è tenuta la mattina di oggi, venerdì 26 aprile. Il padre spiega che la figlia è tenuta in un regime “molto più duro del 41-bis”. I due riescono a parlarsi “non più di 70 minuti alla settimana“. Un periodo minimo entro il quale Ilaria Salis ha dovuto anche prendere e motivare la sua scelta di accettare la candidatura con Alleanza Verde Sinistra. Una scelta spiegata in una lettera, “per avere la quale – racconta ancora Roberto Salis – ci sono voluti 15 giorni”, e in cui la giovane donna ringrazia chi non è rimasto “indifferente” al suo dolore ed esprime “gratitudine” per quanto si sta facendo in Italia” in sua difesa. Lei, grazie a questo interessamento e a questa mobilitazione, ha “trovato la forza per andare avanti” e di “guardare al futuro”. E, se verrà eletta, scrive, il suo impegno sarà quello di “portare l’attenzione” che le è stata mostrata “anche alle persone che si trovano” nella sua “stessa situazione”. Per “trasformare” la sua “sfortunata vicenda” in “qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali”.

Bonelli e Fratoianni, che 48 ore fa erano a Budapest per incontrarla, sottolineano l’importanza di continuare a combattere anche in Europa per “la difesa dei diritti fondamentali” e dello “Stato di diritto”. Respingono l’accusa di “politicizzare” un caso giudiziario come questo, che gli è stata mossa da alcuni partiti della maggioranza, osservando che le forze politiche che dicono questo “sono rimaste in silenzio” per mesi difronte ad una cittadina italiana condotta in catene nel Tribunale di un Paese europeo e sono le stesse che hanno votato contro le risoluzioni in difesa dello Stato di diritto.  A trovare Ilaria a Budapest ieri c’è stata anche la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, e l’incontro tra le due, racconta ancora Roberto Salis, “è stato definito da Ilaria, in quei pochi minuti in cui è riuscita a parlare con mia moglie, molto intenso”. “A politicizzare questa dolorosa vicenda è solo l’Ungheria”, incalza Bonelli, secondo il quale “è una grande bugia continuare a dire che lì ci sia la separazione tra i poteri” visto che il governo dimostra di “controllare di fatto il potere giudiziario”. Candidare Ilaria Salis, ribadisce, è un modo per impegnarsi “in difesa dello Stato di diritto”. Una battaglia quanto mai necessaria “in questa Europa”.

Ungheria: “Se eletta non sarebbe la prima criminale all’Eurocamera”

Nelle scorse ore, dopo l’annuncio definitivo della sua candidatura era arrivata la replica dell’Ungheria. “Se Ilaria Salis, a luglio dovesse sedere all’Eurocamera, non sarebbe un problema, d’altronde in quest’aula non sarebbe la prima criminale”. A dirlo è l’eurodeputata di Fidesz ed ex ambasciatrice dell’Ungheria a Roma, Eniko Gyori. La donna ha parlato alla stampa italiana a Strasburgo in merito alla candidatura alle elezioni europee della 39enne detenuta a Budapest. “Il fatto che i Verdi abbiano deciso di candidarla per noi risulta comunque inconcepibile”, ha aggiunto Gyori.

 

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Lorenzo Briotti