Così, a quanto pare, noi italiani siamo diventati più pessimisti. Lo dice un sondaggio di Nando Pagnoncelli il quale, cifre alla mano, dimostra che non siamo attualmente quelli di prima, certamente più felici di oggi.
Fino a qualche tempo fa gli ottimisti avevano una maggioranza del 23 per cento; ora, quella differenza non c’è più. Siamo pari e patta. Tanti ottimisti e tanti pessimisti. E’ un fatto che non ci deve lasciar tranquilli, perché se la gente non ha più la fiducia di una volta vuol dire che bisogna cambiar registro, perché così non va.
La politica è troppo impegnata a dimostrare che si è più forti a destra che a sinistra. Ogni giorno si cerca un qualsiasi appiglio per mettere in cattiva luce l’avversario. Ma il Palazzo non ha capito (o forse fa finta di non capire) che queste baruffe non interessano l’uomo comune, anzi lo indispettiscono e man mano gli fanno perdere la fiducia nelle istituzioni.
Italiani delusi dai politici
Se Ignazio La Russa è ancora un camerata o se Matteo Renzi tuona perché il governo ha voluto punirlo con una legge ad hoc, chi se ne frega, risponde la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica. La quale ha problemi ben più gravi, ad esempio come arrivare alla finedel mese, come pagare le bollette dellaluce e del gas: insomma come mettere insieme il pranzo con la cena dal primo all’ultimo giorno del mese.
Invece, lo spazio per questi problemi c’è, ma non è quello necessario per rendere più tranquilli gli italiani. Chi governa e chi fa opposizione è impegnato più nella guerriglia quotidiana che (secondo loro) porta voti e preferenze. Si sbagliano alla grande questi signori, perché i tormenti sono altri, di genere diverso.
Ecco, allora il motivo perché i numeri del sondaggio vanno presi nella massima considerazione. Infatti, un paese che diventa sempre più pessimista è destinato a non progredire. Il lavoro nobilita l’uomo, è vero, ma se il lavoro non c’è come si può essere felici o magari solo equilibrati? Sarebbe un giorno radioso quello in cui, alzandosi al mattino, potremmo sapere che il carrello della spesa è meno pesante, che un prestito si può ottenere più facilmente, che la burocrazia non renda ancora difficile la vita di tutti i giorni. Traguardi non impossibili, solo che sarebbe necessario impegnarsi e non pensare soltanto al proprio orticello o alla conquista di una poltrona che ci renda più forti e più credibili.
Una nuova Margherita?
In politica si va alla ricerca di strade nuove per ottenere risultati diversi da quelli odierni. Nella maggioranza, l’unità è un optional, quasi un miraggio. Matteo Salvini sbraita perché, dopo la sua assoluzione, vorrebbe tornare a guidare il ministero degli Interni. Giorgia Meloni frena, cerca di placare i suoi fortissimi desideri. Non è facile: un giorno il vice premier sembra tornare sui suoi passi per poi, 24 ore dopo, tornare alla carica.
Tra i partiti dell’opposizione non c’è pace. Eddy Schlein suda le proverbiali sette camicie per evitare i battibecchi e le differenze che dividono il mai raggiunto campo largo. La verità è che nemmeno nel Pd, l’aria è tranquilla. La parte più moderata dei dem non vede l’ora di mettere in difficoltà l’avversario, ma non è facile perché i risultati raggiunti dal maggior partito dell’opposizione sono tali che qualsiasi iniziativa contraria non riesce a cavarne un ragno dal buco.
I tentativi sono stati diversi, ma hanno fallito. Adesso, ne è nato un altro che dovrebbe esser presentato il 18 gennaio a Milano. Si chiama Comunità democratica: il suo leader (eufemismo) è Domenico Del Rio riuscito per il momento a convincere niente po’ po’ di meno che Romano Prodi e altri nostalgici del passato come Ruffini, detto mister tasse, e Castagnetti.
Commenta Del Rio: “La cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese”. Belle parole e basta. La verità è che è partito l’ennesimo tentativo di far fuori la Schlein troppo orientata a sinistra.
Una nuova Margherita? Se c’è Prodi questo è il traguardo. Pare, ma sono soltanto voci, che Sergio Mattarella apprezzi l’iniziativa. In fondo, anche lui è un vecchio Dc che forse non gradisce al cento per cento la virata rivoluzionaria del Pd. Allora, come possiamo essere ottimisti dinanzi a tanta confusione?