L’IA in Italia aiuterà a scrivere le leggi, si vede che i politici e i burocrati non sono pagati abbastanza

Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale serviranno ai politici per scrivere le leggi. E’ una delle ultime frontiere di questa rivoluzione tecnologica che sta investendo tutti i settori. Il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione di Montecitorio ci ha lavorato da aprile 2023 a gennaio 2024 e nei giorni scorsi ha presentato alla Camera il risultato: l’IA entrerà ufficialmente anche nel settore legislativo. 

“L’intelligenza artificiale non sostituirà l’uomo nella scrittura delle leggi”

La Camera e il Senato ora apriranno le loro “porte” a giovani sviluppatori che dovranno migliorare il tutto. I politici che stanno seguendo lo sviluppo assicurano però che l’intelligenza artificiale “non sostituirà l’uomo nella scrittura delle leggi“. Una dichiarazione che è una sorta di “minimo sindacale”: i politici italiani, tra i più pagati al mondo, non sono in grado di scrivere le leggi e di renderle allo stesso tempo chiare? Non è ben definito lo scopo di far approdare l’intelligenza artificiale in questo settore cruciale. Ma qual è lo scopo, a parte forse un po’ di semplificazione nell’analisi dei documenti? E poi ci sono anche decine di portaborse, collaboratori e burocrati alla Camera e al Senato: possibile che siamo arrivati a questo punto? 

Siamo comunque ancora agli inizi. Il Rapporto del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati ha per il momento soltanto sentenziato che si possa “utilizzare l’intelligenza artificiale a supporto del lavoro parlamentare”. Il report, oltre a indicare i principi che dovranno guidare i futuri utilizzi dell’IA in ambito parlamentare, mostra esempi concreti di utilizzo dell’intelligenza artificiale nel lavoro delle assemblee legislative. Tra questi alcuni anche utili come l’analisi di grandi quantità di documenti per la ricerca delle informazioni necessarie o utili nel lavoro legislativo, oppure l’elaborazione di proposte su dati documentati. 

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Lorenzo Briotti