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Lombardia e Lazio risultati: destra pigliatutto, traina Giorgia. Ma è un tutto dimezzato: vota il 40%

Ha ragione Calenda (magra consolazione): centro e sinistra non sono mai stati in partita. A metà scrutinio delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio il verdetto è chiarissimo come lo era al primo exit poll appena chiusi i seggi: centrodestra vittorioso senza storia, affluenza a livelli minimi che meno non si può (a Roma ha votato un terzo degli aventi diritto).

Centrodestra pigliatutto: Fontana 56,2%, Rocca 49,9%

In Lombardia Attilio Fontana, presidente uscente e candidato del centrodestra, raggiunge il 56,27% delle preferenze, seguito da Pierfrancesco Majorino (centrosinistra-M5s) che raggiunge il 32,74%. Più lontana Letizia Moratti (Terzo polo) al 9,34%. Ultima Mara Ghidorzi (Unione popolare) all’1,53%.

Nel Lazio, Francesco Rocca si attesta al 49,94%, Alessio d’Amato al 36,20%, Donatella Bianchi al 11,81%.

Lombardia: FdI primo partito al 26%, tiene la Lega, 17%

Non è più la Lega, la prima forza della Regione, anche se Matteo Salvini può essere soddisfatto del 17%, risultato in netto calo rispetto al 29,6% di cinque anni fa ma in crescita rispetto al 13% preso in Lombardia alle politiche dello scorso anno.

Per la prima volta è infatti Fratelli d’Italia “la forza trainante della coalizione”, come l’ha definita Daniela Santanchè, dopo un enorme salto in avanti che porta il partito di Giorgia Meloni dal 3,6% del 2018 al 26% di oggi.

Dando vita a inediti equilibri nel centrodestra in una giunta prima saldamente nelle mani di Forza Italia, dimezzata in cinque anni dal 14% al 7%, e poi della Lega. Partito che però esprime sempre il presidente, forte anche di un risultato eccellente anche nelle zone colpite dal covid come Brescia e Bergamo, dove ha superato il 60%, e forte anche della sua lista che supera il 6%, andando a insidiare appunto il partito di Silvio Berlusconi come terza forza della coalizione.

Moratti fuori dai giochi, Pd corsa inutile ma sopra il 20%

Solo il risultato di Milano è l’unica magra consolazione per Pierfrancesco Majorino, che alla luce dei risultati non sarebbe riuscito a vincere neanche con l’intero campo largo. Tiene il Pd, che migliora seppur di poco i risultati del 2018 e del 2022 superando il 20% ma gli alleati del Movimento 5 stelle non arrivano neanche al 5%, crollando rispetto al 17% delle scorse regionali quando si presentarono da soli. Non va per niente meglio a Letizia Moratti, che sperava di drenare voti sia a destra che a sinistra e invece, a metà scrutinio, non è riuscita a superare neanche la soglia del 10% (fuori dal consiglio regionale). 

Lazio, Fratelli d’Italia traina la vittoria, Lega e FI al 6%

Il centrodestra riconquista il Lazio e lo fa con una vittoria netta trainata da Fratelli d’Italia, che vince ovunque e si conferma il primo partito con oltre il 34% superando il risultato delle politiche dello scorso settembre quando aveva ottenuto il 31,44%, prendendo come riferimento la Circoscrizione Lazio del Senato. Forza Italia e Lega restano ai livelli delle politiche, intorno al 6%.

Non ce l’ha fatta il candidato dem Alessio D’Amato, assessore alla sanità uscente in prima linea nella battaglia contro il Covid, che ottiene il 36,56%, in termini percentuali più di quel 33% con cui Zingaretti vinse nel 2018, anche se con oltre un milione di voti e un’affluenza al 66,55%.

Lazio. Il Pd tiene (21%), lista 5 Stelle nemmeno al 10%

Il Pd però tiene con circa il 21% in linea con il 21,25% delle regionali del 2018 ed anzi migliora rispetto al 18,32% delle ultime politiche. Non riesce l’exploit a Donatella Bianchi, la giornalista Rai, in corsa per i Cinque Stelle che si ferma a circa il 12%. Anzi i pentastellati arretrano: alle regionali del 2018 Roberta Lombardi prese il 27%, mentre alle politiche il M5s aveva il 14,8%. Ora come voto di lista si attesta a poco più del 9%.

A pesare sul risultato l’astensione record, l’affluenza nel Lazio si è quasi dimezzata rispetto alle precedenti regionali del 2018 passando dal 66,55% al 37,2%.

Warsamé Dini Casali

Blitzer della prima ora, cerco di interpretare le notizie senza litigare con i fatti. Relativista tiepido, credo in un’informazione libera ma non nel mito della sua presunta neutralità. Considero il giornalismo online un’opportunità e una sfida: senza rischi che gusto ci sarebbe?

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