Riccardo Magi di +Europa contro la premier Meloni che, alla Camera, parla in occasione della “Giornata mondiale contro le droghe”. L’esponente antiproibizionista “figlio” politicamente delle battaglie porate avanti da Marco Pannella, espone un cartello sulla cannabis durante l’intervento della presidente del Consiglio. Il Capo del Governo prende di petto l’argomento partendo dal presupposto che negli ultimi anni c’è stata molta indifferenza sull’argomento. E che si è preferito tenere i “fari spenti”. Poi attacca frontalmente le piattaforme che diffondo film e serie tv con “spacciatori eroi”. Il riferimento è alla serie Narcos e non solo andato in onda su Netflix. Ed anche al documentario su San Patrignano andato in onda sempre su Netflix.
Il governo non vuole avere un atteggiamento paternalistico, “lo stato etico non c’entra niente” ma c’entra invece la responsabilità delle istituzioni. Per la premier andrebbe cambiato l’approccio su questo argomento: “Serve un’altra narrazione sul piano educativo e culturale”, la droga non può essere considerata una forma di libertà perché è qualcosa che “ti rende schiavo“, e che viviamo nel paradosso di una “vulgata che spaccia la droga come una forma di libertà”.
L’azione dimostrativa a sorpresa del deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha acceso il dibattito nell’auletta dei gruppi dove si svolgeva la manifestazione. Sul cartello che ha esposto durante l’intervento della premier si legge la scritta: “Cannabis: se non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia”. Meloni ha controbattuto subito sottolineando che non è una persona che si fa intimidire perché sa bene quello che fa, e che durante i convegni organizzati dagli antiproibizionisti negli anni, nessuno ha mai mancato di rispetto. Magi prende il suo zaino e lascia il convegno criticandone l’organizzazione: una kermesse in cui sono state dette una serie di luoghi comuni e di fake news sul fenomeno del consumo delle sostanze stupefacenti. “Il governo ha delle responsabilità serie – ha spiegato Magi – e dopo due ore non potevamo restare in silenzio”.
Giorgia Meloni continua il suo discorso, attacando le serie tv e rimarcando come sia un paradosso avere delle serie che hanno “come eroe uno spacciatore”, sulle stesse piattaforme che hanno fatto documentari contro Vincenzo Muccioli, il fondatore della comunità di San Patrignano, “che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall’altra parte”.
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