“Non esistono droghe leggere”. Parola di Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra, leader del Family Day, esponente del Movimento per la vita, convinto anti-gender e da oggi consulente del Dipartimento antidroghe del governo.
Gandolfini rivendica la nomina. “Sono stato scelto per la mia competenza professionale e la mia carriera scientifica. Sono neurochirurgo e psichiatra e da anni mi interesso all’impatto che le droghe hanno sul sistema nervoso centrale e sul corpo”.
E rivendica anche la sua contrarietà alla legalizzazione della cannabis. “Perché da un punto di vista scientifico-tossicologico non esistono droghe leggere. Ma questa adesso non è una priorità”.
Una scelta precisa del governo Meloni quella di nominare Gandolfini. Un deciso cambio di passo rispetto al governo Conte dove la ministra Fabiana Dadone, che aveva la delega all’Antidroga.
E che nella precedente legislatura aveva firmato una proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis.
Nel novembre 2021 aveva convocato la Conferenza nazionale sulle dipendenze, ben 12 anni dopo l’ultima, e anche in quell’occasione aveva aperto alla legalizzazione delle droghe leggere.
A rendere noto Gandolfini alle cronache è stato soprattutto il successo del Family day che si è tenuto a Verona nel 2016.
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