Ritorno del servizio militare sì o no? Matteo Salvini, partecipando all’Adunata nazionale degli Alpini in corso a Vicenza, domenica ha aperto il dibattito. La Lega, ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro dei Trasporti, “ha presentato un progetto di legge per reintrodurre una leva universale di sei mesi per ragazzi e ragazze su base regionale. Un servizio di sei mesi con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla Protezione Civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi da svolgere vicino a casa. Una volta uno di Palermo andava a Udine e viceversa dovendo lasciare studi e lavoro. Non sarà più cosi, si farà vicino a casa. Spero che anche la altre forze politiche appoggino la proposta”.
Dopo qualche tempo, però, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha preso le distanza dall’iniziativa: “Le forze armate hanno bisogno di professionalità, non è un luogo dove insegnare o educare i giovani. Devono difendere i valori di pace e democrazia. Una leva universale non è in discussione. Altra cosa se si parla di servizio civile”.
La stessa Ana (Associazione nazionale alpini) è uscita con una nota ufficiale, spiegando che in tema di servizio di leva “si auspica un ritorno non al vecchio sistema, ma ad un servizio obbligatorio per tutti i giovani di formazione al servizio della nazione. Quello militare dovrebbe essere un’opzione per chi voglia seguire un corso specifico”.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, di cui è nota la storia di obiezione, ha risposto invece così: “La leva obbligatoria? Non so in che forme si farà, se ne sta parlando. Sono personalmente a favore dell’esperienza che si può fare spendendosi a favore della propria comunità, come gli alpini ci insegnano. Lo dico da obiettore di coscienza, ho fatto assistendo disabili e anziani”. Tra i contrari al ritorno del ‘militare’ anche Maurizio Lupi, di Noi Moderati: “La reintroduzione del servizio di leva militare obbligatorio non è e non potrà mai essere uno strumento per educare i giovani. La situazione geopolitica però ci però far riflettere su una carenza, quella di una difesa comune europea”.
Insomma, della questione se ne continuerà a parlare, come ovvio, nei prossimi mesi.