Sono tante le residenze simbolo che hanno segnato il percorso, non solo politico, di Silvio Berlusconi. La prima dimora che viene alla mente è senza dubbio la storica residenza brianzola di Arcore, Villa San Martino.
Realizzata dai marchesi Casati Stampa nel XVIII secolo, venne venduta nel 1973 da un’erede, Anna Maria Casati Stampa di Soncino, all’allora imprenditore Berlusconi, tramite l’ex pro-tutore della donna, l’avvocato Cesare Previti.
La villa, negli anni, è stata oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione, è circondata da un parco immenso, contiene una preziosa pinacoteca e una biblioteca di diecimila volumi.
Ed è proprio nel parco di Villa San Martino che Berlusconi ha fatto costruire un discusso mausoleo dall’artista Pietro Cascella. Intitolato ‘La volta celeste’, difficilmente, però, potrà ospitare le spoglie del Cavaliere. La legge, al momento, lo vieta.
Una scultura all’esterno si ispira alle costellazioni. Una scalea di travertino conduce al mausoleo. E all’ipogeo dove è sistemata la camera mortuaria. Troneggia un sarcofago di marmo bianco. 36 loculi sono allogati in altra parte dell’edificio monumentale.
Quando chiesero a Cascella (è sua l’opera che introduce al Campo di Auschwitz) chi sarebbe stato sepolto nei 36 loculi, lui ha risposto laconico: “Io faccio lo scultore, mica il becchino”.
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