Un governo che in neanche due mesi aumenta il prezzo della benzina di circa 35 centesimi al litro semina mugugno di massa, se non protesta, di certo malumore di massa. Non quello di Giorgia Meloni. Capace invece il governo di Giorgia Meloni (soprattutto lei, leader e premier) di sterilizzare, offuscare, annullare, cancellare l’effetto negativo in termini di consenso della benzina che costa di più, un must del popolare “governo ladro”. Negli stessi giorni, nelle stesse ore in cui la benzina aumentava di 18 centesimi al litro (dopo altrettanto aumento poche settimane prima) i sondaggi registravano niente meno che un 31% per cento di scelte di voto potenziale per Fratelli d’Italia, circa sei punti percentuali più che voto espressi nelle elezioni del 25 settembre. Effetto potenza della Meloni più potente perfino dell’aumento della benzina.
Via lo sconto, senza dazio. Anzi con premio
C’era uno sconto di Stato e di governo sui prezzi dei carburanti: 35 cent del prezzo al litro benzina ce li metteva lo Stato. E alla gente sembrava un atto dovuto, tanto dovuto quanto insufficiente. Un altro governo che avesse cancellato, tolto lo sconto avrebbe pagato dazio in termini di opinione e consenso. Ma la pubblica opinione, la gente non ha fatto una piega, tanto meno un lamento. Anzi l’umor nazionale ha continuato e continua a premiare Meloni leader e premier. Giorgia che governa più forte della benzina che aumenta. Un fenomeno raro in politica. Alla cui origine c’è un’aura, un campo di forza intorno alla Meloni che, al momento, rasenta e sconfina nella invulnerabilità di Giorgia.
Non bastano a spiegarlo e a comprenderlo i fatti pur oggettivi della politica, riassumibili nella debolezza, inconsistenza e talvolta impresentabilità dei partiti di opposizione e dei partiti e leader alleati nella maggioranza. Aiutano invece a comprendere e spiegare il favore crescente per la Meloni i segnali di empatia lanciati dal governo verso il vasto mondo Ni tax, Ni vax e antifascismo anche no, già dato. Giorgia Meloni piace, eccome se piace ad una nazione (così la chiama) che vede incarnarsi in lei l’ossimoro di un…populismo responsabile.