Fuori dai giochi in Europa, esclusa dalla nomina dei cosiddetti top jobs delle istituzioni comunitarie, delusa dal voto nelle città in Italia, torna la sindrome di accerchiamento. La presidente del Consiglio interviene alla Camera in vista del Consiglio europeo e si lamenta della “conventio ad excludendum” nei confronti della destra.
Meloni si scaglia contro la logica dei caminetti: “Sulle nomine non si sta tenendo conto della volontà dei cittadini”. Europa sorda e ingrata, anche se dal dato politico bisogna partire, i popolari europei e Vond der Leyen hanno vinto le elezioni, consolidando la leadership e isolando i conservatori troppo compromessi con la destra estrema. Socialisti, popolari e liberali hanno chiuso l’accordo per il quartetto apicale dell’Unione. Fine dei giochi.
“Il nuovo Parlamento” che si insedierà a metà luglio è “frutto delle indicazioni espresse nelle urne, che hanno rappresentato una tappa molto importante nella storia d’Europa da cui trarre importanti indicazioni” date anche da “tutte le forze politiche: in questi mesi tutti hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo.
Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora. Dalle urne “è arrivato un messaggio chiaro e non intendiamo farlo cadere nel vuoto”.
“Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche. Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si sceglie di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti.
Una ‘conventio ad excludendum’ che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere. L’errore che si sta per compiere con l’imposizione di questa logica e di una maggioranza fragile e destinata probabilmente ad avere difficoltà nel corso della legislatura è un errore importante non per la sottoscritta per il centrodestra o per l’Italia ma per un’Europa che non sembra comprendere la sfida che ha di fronte o la comprende ma preferisce in ogni caso dare priorità ad altre cose”.
Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. “La disaffezione” dei cittadini verso l’Ue si è “materializzata anche in un’astensione” che “non può lasciare indifferente” la classe dirigente che in Ue sembra “tentata dal nascondere la polvere sotto il tappeto continuando con logiche deludenti”.
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