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Meloni contro Sea Watch: “Vergognoso definire Guardia Costiera trafficanti”, ma parlano dei libici, italiani eroi

Giorgia Meloni parla al Senato in vista del Consiglio europeo. La premier chiede all’opposizione di votare per Fitto ed annuncia di voler andare in Libano dove quello che sta accadendo da parte di Israele, per la premier, è “inaccettabile”.

Poi si scaglia contro l’ong Sea Watch con cui è in corso un botta e risposta che prosegue da qualche giorno: “Considero vergognoso che l’organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere “i veri trafficanti di uomini”, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia”.

Meloni furiosa

Cosa aveva detto Sea Watch

Domenica 13 ottobre, Sea Watch aveva contestato le cosiddette azioni concrete portate avanti dalla Meloni sul fronte immigrazione: “E quali sarebbero le azioni concrete presidente Meloni? Finanziare cosiddette guardie costiere composte dai veri trafficanti di uomini? Incarcerare migliaia di innocenti perché guidavano l’imbarcazione su cui sono arrivati? Spendere milioni di euro italiani per carceri oltremare?”

Un'imbarcazione della Sea Watch
Meloni contro Sea Watch: “Vergognoso definire Guardia Costiera i veri trafficanti di uomini”. La replica: “Non lo diciamo noi ma l’Onu” (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

La replica dell’organizzazione non si fa attendere molto. Queste le parole della portavoce Giorgia Linardi: “Non è Sea Watch a definire ‘criminali’ le guardie costiere del Nord Africa, ma ci sono sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che pendono sulla testa di uno dei più importanti esponenti della Guardia Costiera libica, Al Bijia, recentemente assassinato. Si tratta di una persona formalmente accusata di tratta di esseri umani, traffico di petrolio e coinvolgimento nella gestione di un centro di detenzione noto per le torture a cui le persone che vi erano recluse erano sottoposte, che in passato è stato ospite dell’Italia”.

La Linardi aggiunge: “Sulla Guardia costiera italiana, posso rassicurare la premier sul fatto che noi abbiamo imparato a soccorrere da loro. Negli anni 2015-2016 la Guardia costiera italiana convocava le ong a Roma per studiare insieme come meglio soccorrere le persone migranti nell’ambito di incontri chiamati ‘una vis’, una forza. Braccio civile e braccio istituzionale lavoravano insieme per salvare vite. Questo è saltato per via degli accordi politici in corso dal 2017 ad oggi. Un’operazione basata sulla pura umanità, sulla salvaguardia della vita umana in mare è saltata per una precisa volontà politica e questo è semplicemente vergognoso”.

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