Giorgia Meloni è il presidente del Consiglio, non un’animatrice di talk-show. Quindi le cose che dice, in Parlamento come in tv o in altra modalità, vanno prese sul serio. C’è invece una pesantissima frase di Giorgia Meloni che riguarda Alfredo Cospito e sulla quale la grande discussione nazionale sul detenuto no si sofferma, anzi glissa, sorvola. Eppure Giorgia Meloni ha fornito un’informazione che, se esatta e precisa, sarebbe determinante e decisiva e ridurrebbe a chiacchiera da chiudere buona parte della questione e dello struggimento per l’anarchico in carcere.
Ha detto Giorgia Meloni: “Una cosa interessante che non si è notata: Cospito già nel 1991 era in carcere, decise di fare lo sciopero della fame e fu graziato. Lo Stato lo ha graziato e lui è andato a sparare alla gente”. Giorgia Meloni qui no è precisa come dovrebbe essere un presidente del Consiglio, parla alla “buona”, con l’imprecisione che un presidente del Consiglio dovrebbe evitare. Cospito ha ricevuto grazia giudiziaria, anzi presidenziale. Insieme a decine di altri condannati per diserzione grave.
Il presidente della Repubblica era Francesco Cossiga. Come la mette Meloni sembra che Cospito già nel 1991 fosse imputabile di reati e fatti analoghi a quelli che poi gli costeranno 10 e poi 20 anni di reclusione e cioè lo “sparare alla gente” (bersaglio dirigente dell’Ansaldo) e le bombe fatte esplodere davanti alla caserma dei Carabinieri. Errore “tecnico” non da poco nelle parole delle Meloni, errore diciamo: tecnico comiziale. Meloni dice però altra cosa vera e verificabile: Cospito già in carcere all’epoca di fatto uscì dal carcere anche per quella che si chiama buona condotta. Nel dire, davvero troppo pop, di Giorgia Meloni, Cospito è stato graziato dallo Stato nel senso che lo Stato ha voluto credere a Cospito detenuto che prometteva farsi, una volta uscito, buon cittadino. Una cosa però Meloni la coglie precisa: Cospito rimesso in libertà si rimise a propagandare, sostenere e praticare azioni eversive violente, la lotta armata contro lo Stato di cui ancora oggi resta fiero assertore.
Meloni esagera e un po’ comizia: Cospito non fu fatto uscire dal carcere da uno Stato lassista che lo lasciò libero di andare a “sparare alla gente”. Ma Cospito di “sparare allo Stato” in forma figurata o materiale quando ha potuto non ha perso occasione e volontà. E quindi lo slogan sotto il quale qualcuno manifesta e va in corteo, quel “Cospito libero” è orrore etico. Libero per quali meriti, aver provato ad ammazzare allievi Carabinieri? Libero per quali soprusi giudiziari subiti, l’aver contrasto e represso la sua attività di lotta armata contro lo Stato? Libero perché in nome sotto la bandiera/alibi della propria politica opinione si è liberi di sparare? Libero perché la lotta allo Stato è passaporto, salvacondotto, licenza di proiettili ed esplosivi contro esseri umani? Un orrore di slogan a rappresentare l’orribile rovesciamento dei torti e della ragioni, ragioni e torti elementari, in questa vicenda.
Capovolgimento di torti e ragioni e anche frullatore e frullato di format cultural-comunicativi. Un esempio: l’espressione un orrore di slogan la troviamo e prendiamo dalla stessa home page dello stesso quotidiano che titola con scherno (quanto consapevole?) “Mille agenti per mille anarchici”. Come a dire: Stato che esagera, non servivano. E a mantenere, anzi esaltare, il canone compassionevole per chi marcia, sfila e sfascia e lotta per e sotto quell’orrore di slogan.
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