Nostalgia nel nome di Berlinguer. C’erano tutti (o quasi) alla inaugurazione della mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” (15 dicembre-11 febbraio 2024). Assenti solo Occhetto e Bersani.
Ma nei locali dell’ex Mattatoio- Lungotevere Testaccio, piazza Giustiniani 4 – c’era pure l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema,il primo post-comunista a salire le scale di Palazzo Chigi. Stretto in un cappotto scuro, sciarpa in tinta, occhiali da vista, l’aria severa di circostanza, si è mantenuto in disparte, fuori tiro dalla Schlein e Veltroni, comunque non lontano da Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds e custode della memoria e dei beni della storia Comunista, sepolcri compresi.
Sparsi qua e là, reduci e intellettuali, aficionados della mondanità e dei flash. Notati il meloniano Mollicone, Gianni Cuperlo (il primo ad arrivare), Bassolino da Napoli. Insomma, una nostalgica rimpatriata di ex PCI. Ha fatto gli onori di casa il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Tra una folla di docenti e imbucati di mestiere, c’erano anche Piero Fassino e Nicola Zingaretti . Naturalmente presente Bianca Berlinguer, 64 anni, figlia di Enrico, giornalista, da settembre in forza a Mediaset col suo programma “Cartabianca” (talk show con Mauro Corona), dopo 34 anni di Rai.
ICONA DEL ‘900 ANCORA DI ATTUALITÀ
A quasi 40 anni dalla scomparsa e per il centenario della nascita,il Mattatoio di Roma ( Padiglioni 9 A- 9 B) dedica una mostra a Enrico Berlinguer (Sassari 25 maggio 1922-Padova 11 giugno 1984); figura chiave nella storia politica del ‘900.
Enrico Berlinguer è una icona del ‘900 italiano entrata di diritto nel Pantheon della Repubblica, come hanno spiegato i curatori Alessandro d’Onofrio, Alexander Hobel e Gregorio Sorgona’.
”A quasi 40 anni dalla scomparsa, la sua memoria e il suo lascito sono radicati e vivi e molti dei temi da lui sollevati rivelano una stringente attualità. Abbiamo quindi cercato di restituire non solo la sua immagine e le sue parole ma anche la forza del suo pensiero”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Articolato in 2 padiglioni, il percorso espositivo è suddiviso in 5 sezioni e 3 focus di approfondimento. In esposizione c’è di tutto: libri, fotografie, oggetti personali, richiami della sua segreteria del PC (1972-1984) e della sua leadership globale.
I focus tematici approfondiscono elementi fondamentali del contesto storico-politico durante il periodo di guida del PCI. Focus che includono il suo ruolo internazionale.
Ma anche che ripercorrono la lunga scia di attentati compiuti dalle Brigate Rosse, da Prima Linea, dai Nuclei Armati Proletari e da altre sigle minori.
Particolare attenzione è riservata alla stagione riformatrice durante la quale il contributo del PCI, pur essendo partito di opposizione dei vari governi, è stato decisivo per l’introduzione di alcune riforme come divorzio, Statuto dei Lavoratori, la nascita del Servizio Sanitario Nazionale.
Nella seconda parte della mostra una vasta collezione di fotografie, manifesti di partito, vignette, produzione cinematografica e televisiva. L’ingresso alla mostra e gratuito. Chiuso il lunedì.
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