Il Partito Popolare Europeo cancella il vertice di Napoli. A cinque giorni dalle parole di Silvio Berlusconi sull’Ucraina (che il Partito popolare europeo aveva già bacchettato) salta la convention del Ppe a Napoli. Manfred Weber, il leader dei popolari, annuncia con un tweet che le giornate napoletane sono state cancellate a causa delle dichiarazioni anti Kiev fatte domenica dal leader di Forza Italia.
Uscendo dal seggio, Berlusconi ha detto che “da premier non sarei mai andato a parlare con Zelensky”. Weber prova in questo modo a governare la componente dei partiti dell’Est europeo, che da subito hanno chiesto più fermezza nei confronti di Berlusconi. Weber ha ribadito: “Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Ue”. Aggiungendo che però “il supporto per l’Ucraina non è facoltativo”.
Nel pomeriggio di ieri, il primo ad esporsi è Tajani. Il ministro degli Esteri resta sulla difensiva e ripete un vecchio mantra: “Berlusconi è Forza Italia. Forza Italia è Berlusconi”. Ma aggiunge: “Non condivido la decisione di rinviare la riunione di Napoli. Anche perché Berlusconi e Forza Italia hanno sempre votato come il Ppe sull’Ucraina, come dimostrano gli atti del Ppe”. Aggiungono Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo: “Dentro Forza Italia esiste una sola linea e respingiamo ogni maldestro tentativo di dividerci”. I due capigruppo lanciano poi un affondo su Weber: “Ci auguriamo, innanzitutto come italiani, il chiarimento del malinteso e un ravvedimento di Weber, al quale chiediamo di non intervenire più”. Denunciano che gli “Study days” napoletani (questo il nome ufficiale della manifestazione) “sono una scusa”. E che più che fare “un torto non solo a un partito ma all’Italia”, va stoppata “la volontà di entrare nella vita interna di un partito, imponendo o escludendo i leader dello stesso. Questo è inaccettabile”.
Berlusconi intanto non ci sta a passare per “guerrafondaio”. E in serata ribalta le accuse: “Anziché criticarmi, aprano immediatamente un tavolo per arrivare alla pace. Questo è un dovere per un partito come il Ppe” scrive su Facebook. Quindi rilancia e chiede di mettere il tema all’ordine del giorno, perché “non è più rinviabile”.
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