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No, del Pd no! Parola del neo vice capogruppo Pd. La corrente esterna, da cui viene anche Schlein

Il Pd ha un nuovo vice capo gruppo parlamentare alla Camera, scelto e voluto ovviamente dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Il Pd…proprio sicuri il Pd? Il neo vice capogruppo, Paolo Ciani, con molta onestà e altrettanta determinazione, all’atto stesso dell’incarico ha pubblicamente e orgogliosamente precisato: “Il mio partito non è il Pd, non sono del Pd”. Sarà allora Paolo Ciani, visto che va a dirigere, almeno codirigere-rappresentare il gruppo parlamentare del Pd, in procinto di prendere la tessera Pd.

In fondo la stessa segretaria Schlein al Pd non era iscritta fino all’atto di iscriversi alle primarie. Dall’iscrizione alla segreteria in un passo solo, prima di dirigerlo Elly Schlein del Pd non era e non lo nascondeva certo. Poi ha battuto, reso obsoleta perfino la battuta su massimo D’Alema iscritto giovanissimo al Comitato centrale, Schlein è andata subito al governo di un partito nel quale si sentiva meglio fuori. Sarà dunque quella di Paolo Ciani una storia e parabola analoga…

La corrente no armi all’Ucraina

E invece no, proprio no. Paolo Ciani al Pd non va ad iscriversi, va solo a coordinare il vertice dei deputati Pd. Se la circostanza dà un leggero senso di vertigine se guardata dal belvedere della logica, rattenere la vertigine: è il Pd. Dove da tempo e sempre più le leggi della fisica per così dire newtoniana (uno è è di un partito oppure non ne è ai vertici) sono dissolte in un principio di indeterminatezza politica che scimmiotta l’oscillazione quantistica. Eppure un senso la vicenda ce l’ha. Seguiamolo. Elly Schlein segretaria ha proclamato resa incondizionata alla correnti interne al Pd. Però non a quelle esterne, esterne al Pd. Da cui lei stessa proviene, una sorta di corrente esterna al Pd è sempre stata l’habitat politico e ideale della Schlein. E una forte corrente esterna al Pd, forte all’esterno e anche con robuste teste di ponte all’interno, è quella che oggi si coagula e definisce intorno al pacifismo valore supremo da cui no armi all’Ucraina.

Paolo Ciani è uomo di questo pensiero. Non ne ha mai fatto mistero. Di questo pensiero e di questa azione. Ne va fiero ed orgoglioso. Paolo Ciani è un cattolico pacifista. Pacifismo valore supremo e inderogabile linea di condotta. Non esattamente il Pd di Letta. Non esattamente il Pd che finora ha identificato la difesa, armata, dell’Ucraina con la difesa della libertà e sicurezza nostre, delle democrazie occidentali tutte. Non esattamente, sia detto per inciso, quel che Mattarella va dicendo con estrema chiarezza ogni volta che può e cioè che in Ucraina si combatte anche per la nostra libertà e sicurezza. Quel Mattarella cui il Pd nei giorni pari e anche quelli dispari si appella ed aggrappa per difendersi dagli “autoritarismi governanti” (qualunque cosa essi siano), però quel Mattarella cui la corrente no armi all’Ucraina porge orecchie di mercante quando si tratta di combattere per libertà e sicurezza in democrazia.

Paolo Ciani vice presidente del gruppo Pd alla Camera senza essere del Pd è pensiero e azione della corrente no armi all’Ucraina collocato ed esposto al vertice del Pd. Quel Pd che ha vissuto pensieri e azioni riformiste alla Renzi come l’invasione degli ultra corpi (e ancora ora si sveglia sudato di notte nell’incubo gli ultra corpi alieni del riformismo ci siano ancora). Quel Pd che, dopo essersi offerto all’Opa apparentemente non ostile degli universi emotivi, valoriali e propagandistici alla base del fenomeno Schlein, ora vede insediarsi al suo interno colonie e presidi di movimenti altri dal Pd stesso che vanno a correggerlo, avvertirlo, purificarlo. Ad esempio dal peccato sommo: la devianza dal pacifismo senza se e senza ma.

Baccelloni e cognomi

Un bravo e ironico giornalista del Corriere della Sera ha collocato in fondo ad un suo articolo una accattivante e intelligente suggestione: che la vera sostanza del programma di Schlein segretaria sia tutta nell’eccentricità, politicamente esotica, del cognome. Un po’ può perfino essere così, ma solo un po’. Ancora un altro po’ del programma Schlein è in quel che Luciano Violante ha definito “vocazione minoritaria”. Ma il resto e il più del programma Schlein è una sorta di rottamazione del Pd dai valori sbagliati e di riconsacrazione del Pd ai valori giusti e puri. Da una invasione degli ultra corpi liberisti agli ultra corpi movimenti, c’è qualcosa d’altro nel Pd che non siano “baccelloni” alieni?

Mino Fuccillo

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